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Cellino, la scaramanzia e la barzelletta Brescia. Tra Pippo, Corini e Marroccu

23.03.2022 | 11:12

Ma voi credevate davvero che Massimo Cellino si sarebbe fermato dinanzi a una clausola e non avrebbe esonerato l’allenatore di riferimento, nel caso specifico Pippo Inzaghi? Evidentemente lo conoscete poco: Cellino non si ferma dinanzi a qualsiasi tipo di ostacolo, al massimo fa scrivere che la clausola impedisce l’esonero, in modo da trovare una copertura. Poi magari si incarta, ma il vero Cellino incisivo è sparito nella nebbia di Cagliari.

Nel frattempo studia il problema, pronto per la seconda chance dopo aver bucato la prima: la sua missione resta quella di esonerare Pippo Inzaghi. Va così da domenica pomeriggio, pochi minuti dopo il deludente pareggio di Pordenone, era emersa questa volontà che vi abbiamo anticipato. Cellino ha studiato bene il problema, sa che al massimo prenderebbe una multa dal collegio arbitrale (chissà quando, con la tempistica della giustizia sportiva italiana…) e nel frattempo ha agito in nome della scaramanzia, la sua specialità. Poi, però, ha scoperto nuovi intoppi e si è fermato a meditare: una barzelletta.

Adesso vuole andare fino in fondo, ripresentarsi con Inzaghi sarebbe per lui un’intera dopo una decisione presa. Quale allenatore ha vinto in B a Brescia? Eugenio Corini, quindi avanti con Eugenio Corini con la possibilità di liberarlo in poche ore dal contratto che lo lega al Lecce (come ha fatto). Certo, anche Corini che torna dove è stato trattato malissimo da Cellino nell’anno della Serie A non è il massimo, però ognuno è libero. Liverani non è stato mai in lizza, il nuovo preparatore arriverebbe probabilmente dal Pordenone. Utilizziamo il condizionale perché siamo dentro un film goffo. Oggi conosceremo la verità, ma la scelta è stata fatta, quindi si viaggia su questa strada.  Il discorso vale per Inzaghi che si aggrappa a una clausola dopo essere stato sollevato dall’incarico almeno un paio di volte: faccia valere le sue ragioni, ma ci sono anche dei limiti a tutto e presentarsi a un nuovo allenamento soltanto perché tutelato da un foglio di carta sarebbe un’ulteriore barzelletta.

Pippo dovrebbe aver memorizzato che il suo attuale datore di lavoro non lo sopporta più, da mesi. Non si aggrappi alla classifica che consente di sperare nella promozione diretta, serve a nulla. Anche perché il rendimento è calato e il gioco quasi mai ha convinto. Inzaghi avrebbe dovuto pensarci la scorsa estate (quando aveva forti dubbi) e non accettare: ora non può lamentarsi, bisognava aprire gli occhi prima.

Per Cellino la scaramanzia conta più della tecnica e della tattica, poi è chiaro che servono i risultati. E adesso cosa farà Francesco Marroccu, il direttore che era tornato a Brescia dopo una furibonda lite con Cellino? Sì, c’era lui con Corini nella famosa stagione del trionfo in B, quindi la scaramanzia avanza e aumenta. Ma il direttore sportivo Marroccu, all’interno di questa questa goffa vicenda, aveva detto che senza Inzaghi o con Inzaghi in discussione sarebbe andato via, che lo avrebbe difeso alla morte, bla-bla-bla. Questo oggi è il livello dei dirigenti italiani, ovviamente e per fortuna con le dovute eccezioni. Una volta il ruolo del direttore sportivo era sacro e figlio della coerenza. Poi non meravigliamoci se i risultati e i fallimenti sportivi sono sempre più una costante…

Foto: Sito Brescia