Ultimo aggiornamento: venerdi' 22 november 2024 18:55

Simone Inzaghi, il casting no ma neanche questi numeri indecenti

16.04.2023 | 18:30

Abbiamo sempre sostenuto, e ripetiamo, che fare il casting a pochi giorni da un quarto di finale di Champions sia irrispettoso, irriguardoso e anche fantasioso. Esattamente come ora non ha senso dire “se Simone Inzaghi uscisse con il Benfica, potrebbe saltare subito”. Discorso elementare, senza una traccia di notizia. E neanche mezzo indizio. Si tratta dello stesso circuito che aveva accostato nelle scorse settimane cinque nomi all’Inter, senza un minimo indizio. Come se non fossero chiari i problemi dell’Inter da marzo in poi, ovvero la necessità di blindare la partecipazione alla prossima Champions. Ma poi ci sono altri discorsi, completamente diversi, che vanno fatti. Il rendimento di Simone Inzaghi in campionato è indecoroso, i numeri indecenti, ben oltre le 11 sconfitte (un salasso enorme) che mettono seriamente a rischio la qualificazione alla stessa Champions. Bisogna leggere dentro le 11 sconfitte perché c’è altro: squadra monotona, banale e che spesso
improvvisa. Siamo sinceri: le motivazioni dei portieri avversari migliori in campo sono alibi senza un perché, l’Inter spesso non gioca e si impantana. L’Inter di Champions, a un passo da una strepitosa qualificazione, ha un altro DNA e abbiamo la sensazione che quelle partite si preparino da sole, senza nulla togliere ai meriti dell’allenatore. Ma sembra quasi come se la squadra trovasse le energie per nascondere limiti evidenti. Limiti che un organico di questo livello non dovrebbe avere. Ci sono due Inter, basta soltanto questa riflessione per capire come sia inaccettabile. Quella di campionato vive lunghi minuti di banalità, di incompiutezza e di sconvolgente mediocrità. I portieri non c’entrano perché spesso trascorrono lunghi minuti di spettatori non paganti. Quando si perdono oltre 10 partite in un campionato – qualsiasi campionato – bisognerebbe avere la consapevolezza e l’umiltà di dire “è soprattutto colpa mia”. Stop. E se un allenatore non sa reggere le pressioni, è giusto che cambi ambiente. Anche perché se non lo fa lui ci sarà qualcun altro che ci penserà al posto suo. A quel punto gli alibi, i portieri fenomenali, le squadre più attrezzate e i soldi spesi esageratamente per vincere uno scudetto nella precedente gestione verranno spazzati via in dieci minuti. Il discorso non vale solo per Simone Inzaghi, gli auguriamo di chiudere la stagione degnamente, ma anche per quelli che si aggrappano al nulla per dare spiegazioni senza senso. Come se gli altri fossero tutti scemi e si facessero ipnotizzare dalle parole.

Foto: Instagram Inzaghi