Sosa: “L’obiettivo resta l’Europa, Montella mi ha allungato la carriera. La Roma…”
Jose Sosa, centrocampista del Milan, ha parlato sulle pagine de
La Gazzetta dello Sport anche in vista della prossima sfida con la Roma:
"Forse sembravano vittorie sicure, per tutti. Per noi e in generale, e invece non è stato così. Noi non lo pensavamo, se non inconsciamente, che potessero essere partite facili. Fisicamente siamo a posto, dovremo essere più decisi nell’approccio, più concentrati fin dal primo minuti di partita. Così tutto può cambiare. La Roma? Non c’è più tempo da perdere, dobbiamo riprenderci subito. Siamo tutti carichi come è normale che sia e ci batteremo per una vittoria che sarebbe importantissima. A loro toglierei Dzeko perché è quello che fa gol. Ma attenti anche al mio amico Perotti e a Salah, è da loro che partono i pericoli. Potevamo essere più avanti in classifica, abbiamo regalato tanti punti contro squadre che potevamo benissimo battere. Non dobbiamo più ragionare così ma andare avanti per vincere sempre, che davanti ci sia l’Empoli o la Roma, il Crotone o l’Atalanta. Il Milan, per la sua storia, deve lottare per il primo posto. Per farlo deve ripartire e ricominciare ad andare in Europa, riabituarsi alla fatica della doppia partita alla settimana. Davvero c’è qualcuno che vorrebbe evitare sesto posto e preliminari? E chi sarebbe? Certo non noi, i nuovi vertici del club ci hanno ribadito l’obiettivo e anche prima si parlava sempre e solo di Europa. C’è stato un cambiamento di proprietà, non di idee. I nuovi vogliono continuare la grande storia del Milan e noi giocatori dobbiamo fare il massimo per provare a esserne all’altezza. Totti? C’è stato un cambiamento di proprietà, non di idee. I nuovi vogliono continuare la grande storia del Milan e noi giocatori dobbiamo fare il massimo per provare a esserne all’altezza. Ho giocato più di quanto speravo di fare all’inizio, per questo sono felicissimo. Mi sono abituato a una posizione nuova, visto che prima giocavo più avanti. Pensare a un gol con la Roma è bellissimo ma complicato: io avvio l’azione, gli altri la chiudono. All’inizio mi fischiavano ma noi sudamericani siamo gente tosta e abituata: critiche o applausi non cambiano il lavoro. Io cerco di dare il meglio e credo sinceramente di averlo fatto, in un ruolo non mio. E magari Montella mi ha allungato la carriera. Il mio futuro? Qui sto benissimo e ho dimostrato di volerlo. Ci spero. A Napoli chiesi all’allenatore, Mazzarri, di provarmi nel ruolo che faccio oggi: mi spiegò che preferiva un centrocampo più muscolare e infatti io giocavo poco, certo molto meno di Gargano e Pazienza. Basta poi con la storia dei soprannomi per favore, da noi è normale, si danno senza troppa importanza, non pensi a trascinartelo dietro per sempre. Oggi, a 31 anni, 'Principito' fa ridere. Le cose importanti sono altre". Foto: sito ufficiale Milan