La mia presenza alla Conferenza “The Future of Football Medicine” che si tiene in questi giorni al Camp Nou di Barcellona, una delle cattedrali del calcio mondiale, mi ha spinto a scrivere alcune riflessioni su aspetti riguardanti l’approccio medico-chirurgico del calciatore “top Level” e non, dopo un infortunio. Innanzitutto questo approccio è diverso dal passato: chirurgia, riabilitazione e relativi mezzi a disposizione, mezzi intesi come farmaci, “device”, esami strumentali e test clinici, si sono evoluti e perfezionati nel tempo ed hanno reso il ritorno allo sport, un obiettivo quasi sempre fortunatamente raggiunto. Un altro punto delicato è quando riportare un calciatore professionista in campo, al fine di prevenire un secondo drammatico infortunio, nella stessa sede; in particolare, vi è una ricerca continua, che parte dell’intervento chirurgico più appropriato, per proseguire con riabilitazione, test clinici, strumentali ed anche video-assistiti, che mirano a valutare quale sia il momento esatto per riprendere l’attività, al fine di evitare il reiterarsi della lesione, in particolare la rirottura del legamento crociato anteriore, che è una lesione assai frequente nel calciatore, che in passato portava addirittura alla sospensione dell’attività agonistica. Infine la medicina rigenerativa. Fattori di crescita piastrinici e cellule staminali mesenchimali, stanno oramai entrando in maniera imponente nel trattamento delle lesioni osteo-articolari. Le prospettive sono entusiasmanti, anche se i risultati sono contrastanti e soprattutto ancora non molto chiari, a causa di una mancanza di standardizzazione di procedure e protocolli. Per concludere è importante anche condividere esperienze e risultati con colleghi di ogni parte del mondo, per ridurre il tempo del ritorno allo sport dell'atleta. Dott. Vincenzo PICCINNI Specialistica in Ortopedia e Traumatologia sito web: www.dott-vincenzopiccinni.it