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Ventura: “Bene l’Under 21, Donnarumma deve fare il calciatore. Se Belotti va al PSG…”

19.06.2017 | 10:57

Gian Piero Ventura, ct della Nazionale azzurra, ha parlato ai microfoni di Radio anch’io lo sport su Radio1 toccando più temi: “L’Under 21? Le sensazioni sono quelle di una squadra dalle grandissime potenzialità. C’era un po’ di tensione nel primo tempo, a volte la troppa voglia rallenta. Poi la partita è stata vinta meritatamente, era fondamentale e direi buona la prima. Adesso credo che il girone sia alla portata dell’Italia, come del resto tutto il torneo. Poi alla fine vince una sola, però ci sono i presupposti per fare qualcosa di buono. Il gruppo conta già diversi elementi in Serie A? Il gruppo è molto unito e ha voglia di essere protagonista. Ho visto l’allenamento precedente la partita e c’era grande voglia. La stessa tensione del primo tempo era figlia di questa grande voglia. Sono ragazzi pieni di adrenalina, credo che ci siano le possibilità di essere all’altezza. E penso che quanto visto ieri sia solo una piccola parte di quanto farà in futuro. Cosa manca a Berardi per fare il salto di qualità? Ha già giocato con me nell’Italia sperimentale col San Marino e ha fatto tre stage con me, migliorando di volta in volta nella serenità. È un giocatore dalle grandissime potenzialità, deve solo trovare la consapevolezza dei propri mezzi. Lui si è realizzato a Sassuolo, società di prospettiva ma non grandissima piazza, non lotta per la Champions. Io credo che Berardi debba fare questa esperienza, una volta che lui supererà questo step penso che abbia qualità enormi. Loew ha portato sei elementi dell’Under 21 in Confederations Cup e Di Biagio invece ha potuto portare cinque elementi della Nazionale maggiore all’Europeo Under 21? Non è facilissimo rispondere a questa domanda. La scelta di Loew è finalizzata al campionato mondiale: aver portato giocatori dell’Under 21 in Confederation vuol dire aver fatto riposare gli altri. Noi non abbiamo avuto questo problema: io ho concesso quelli che ha chiesto Di Biagio, c’era la voglia di essere competitivi e questo rientra nella normalità dei rapporti che ci sono in Federazione. Sono contento che l’Italia abbia una squadra con almeno sei giocatori che hanno già debuttato in Nazionale A. C’è la convinzione di poter arrivare fino in fondo. Io credo che siano due cose che vanno di pari passo. Da un lato c’è l’obbligo di andare al Mondiale o almeno di tentare. Per la prima volta nella storia l’Italia non è testa di serie e al Mondiale va solo la prima. Noi abbiamo gli stessi punti della Spagna, con quattro gol di differenza reti: nulla è precluso. Però, il dato più importante è questo ricambio generazionale che abbiamo davanti: ha creato i presupposti per far sì che all’Europeo successivo l’Italia sia tra le favorite se non la favorita. A parte Bonucci, tra qualche anno avremo uno zoccolo duro di giocatori giovani. Bisogna tenere presente da dove siamo partiti: dopo l’Europeo di Conte la squadra era abbastanza anziana, io credo che questo sia un segnale importante per il futuro. Oggi un giocatore dell’Atalanta ha la netta convinzione che se fa bene può aspirare ad andare in Nazionale. Belotti all’estero? Egoisticamente, più lo posso tenere d’occhio in Italia e meglio è per me. Ma questo conta poco. Io ho avuto la fortuna che molti calciatori abbiano spiccato il volo sotto di me. Se Belotti va al PSG perché il PSG ha bisogno di Belotti e ritiene che sia il giocatore adatto, allora sì. Discorso diverso se va a integrare la rosa: dalla porta di servizio non sarai mai protagonista. Io mi auguro che faccia la scelta giusta: quello che ha fatto vedere è nulla, può fare ancora molto di più. Buffon? Credo che Buffon sia talmente pretenzioso nei suo confronti che farà la scelta migliore. Se vedrà che è ancora al vertice, può anche darsi che possa continuare. Ma se dopo il Mondiale dovesse intuire che gli stimoli vengono meno o che può avere qualche difficoltà fisica, penso che farà la scelta migliore. Al di là delle capacità tecniche, è un giocatore che pretende molto dagli altri, ma anche da se stesso. Donnarumma? Deve fare il calciatore. È un calciatore di grandissimo livello, un predestinato, raramente ho visto un giocatore così giovane e così maturo. La cosa principale è chiudere quanto prima questa telenovela e che lui torni ad avere un barlume di serenità per preparare la prossima annata. Il VAR? Io la vedo in maniera positiva. Come tutte le cose quando si inizia deve essere oliata. Ci possono essere anche errori, però io penso che tolga la possibilità, soprattutto in Italia, di avere mille polemiche. Ieri nell’Under 21 c’era tanto del mio Torino? Sì, anche se Barreca l’ho avuto poco, a differenza di Benassi. Zappacosta, Belotti, Immobile, ma anche Darmian: direi che c’è un minimo di continuità, conta molto per la crescita dei calciatori. Credo che ci siano i presupposti per continuare la Nazionale del futuro. Sono tutti degli ottimi giocatori con la possibilità di diventare grande. Se il 4-2-4 è il modulo dei Mondiali? L’esempio è quello di Conte. Ha avuto alcune difficoltà sul piano del gioco nelle qualificazioni, ma quando ha avuto 20 giorni per programmare la squadra i risultati si sono visti”.

Foto: Vivo Azzurro