TECNICA, QUALITÀ E SOSTANZA: RAMSEY SI PRENDE L’ARSENAL E INTERROMPE LA “MALEDIZIONE”

Nella decima giornata di Premier League l'Arsenal piega per 2-1 lo Swansea. All'Emirates Stadium i Gunners vanno addirittura sotto per via del gol di Clucas, ma nella seconda frazione di gioco Kolasinac e soprattutto Aaron Ramsey rimettono le cose a posto regalando il successo alla formazione allenata da Arsene Wenger. Un sigillo, per Ramsey, che ha un sapore speciale e che attesta la leadership all'interno dello spogliatoio. Inoltre, se prima il gallese veniva accusato della morte di alcuni Vip, ora la "maledizione" sembra essersi interrotta definitivamente e gli addetti ai lavori parlano di lui soltanto per le sue prodezze sfoggiate sul rettangolo verde. Non era mica facile uscirne, ma Ramsey ce l'ha fatta con sudore, impegno e grandissima professionalità, dote che l'ha spinto sin da sempre fino ad arrivare nel grande calcio. Ramsey nasce a Caerphilly, in Gallese, il 26 dicembre 1990. Il calcio è il suo primo vero amore e la sua carriera ha inizio nel 1999, quando viene tesserato dal Cardiff City che lo aggrega subito nel proprio settore giovanile. Il suo percorso di crescita è graduale, le sue grandi doti tecniche spiccano e impressionano la dirigenza del club gallese che intravede in Ramsey un possibile futuro campione. Previsione che, considerando il cammino compiuto finora, si rivelerà a dir poco azzeccata. Dopo aver fatto tutta la trafila, nel 2006 esordisce in prima squadra con i Bluebirds sostituendo Paul Parry nella sconfitta rimediata per 1-0 contro l'Hull City. Con il suo ingresso in campo in Championship, all'età di 16 anni e 124 giorni, Ramsey diventa il giocatore più giovane a debuttare con la maglia del Cardiff battendo il record di John Toshack. Arrivato tra i grandi, Ramsey si sente a suo agio e, nonostante la giovane età, dimostra una personalità fuori dal comune. Le sue ottime prestazioni e il suo notevole rendimento, attirano le attenzioni di numerosi top club britannici (Manchester United ed Everton su tutti) che, pur di accaparrarsi il suo talento, bussano continuamente e con insistenza alle porte del Cardiff. Ad aggiudicarsi il suo estro, però, è l'Arsenal che, nel 2008 e sborsando circa 5 milioni di euro, mette a segno un colpo di grande prospettiva. Nella trattativa si rivela decisiva anche la presenza del tecnico francese Arsene Wenger, suo vero mentore. Ramsey sposa la causa Gunners, firma un contratto pluriennale e si mette a disposizione del gruppo. Il suo esordio con la nuova maglia avviene contro il Twente, nel terzo turno dei preliminari di Champions League, mentre il primo gol lo sigla contro il Fenerbahce sempre in campo internazionale. Il suo impatto corrisponde alle attese, ma lo spazio in squadra non è granché e, dopo aver sgomitato per due stagioni, l'Arsenal decide di mandarlo via in prestito per permettergli di accumulare ulteriore esperienza. Prima al Nottingham Forest e poi ancora al Cardiff City, entrambe le annate consentono a Ramsey di crescere sotto il profilo tattico e il club londinese a quel punto lo ritiene pronto. Ramsey è un centrocampista dotato di una buona tecnica, ma a fare la differenza è la sua qualità abbinata all'incommensurabile sostanza. Durante questi anni molti l'hanno conosciuto soltanto ed esclusivamente a causa dei suoi gol che, contestualmente e per puro caso, avvenivano poco prima della porte di un personaggio celebre: il primo della serie è stato Bin Laden, poi si sono aggiunti Steve Jobs, Gheddafi, Whitney Houston, l'ex dittatore argentino Videla, gli attori Paul Walker e Robin Williams, sino alla rockstar David Bowie. Ma Ramsey non ci ha mai dato molto peso e con il lavoro sul campo ha scacciato via tutte queste chiacchiere, il gol di ieri siglato contro lo Swansea lo dimostra palesemente. Altro che "ammazza Vip", Ramsey si prende l'Arsenal e trascina i Gunners nei piani alti della classifica. Foto: Daily Star