GARRA, STRAPOTERE FISICO E SENSO DELL’ANTICIPO: PALOMINO, L’ULTIMA SCOMMESSA (VINTA) DI GASP

Sul settore giovanile dell'Atalanta nel corso degli anni è stato detto praticamente tutto: una serie inesauribile di pepite sfornate dalla miniera di Zingonia, ragazzi allevati nel vivaio bergamasco e poi lanciati in orbita, quasi sempre con allegate plusvalenze da urlo. Così come si è parlato anche della capacità del club di Percassi di rivitalizzare, fino alla definitiva consacrazione, elementi che venivano da annate particolari: ricordate cosa si diceva del Papu Gomez e di Bryan Cristante prima che approdassero all'ombra dell’Atleti Azzurri d'Italia? Al tempo stesso, però, la Dea sul mercato è attentissima anche nel pescare calciatori funzionali al progetto in bacini ancora poco esplorati, dove si può comprare con un buon rapporto qualità-prezzo. Basta guardare l'attuale rosa a disposizione di Gian Piero Gasperini per rendersene conto: dallo svizzero Remo Freuler, prelevato nel gennaio del 2016 per 1,5 milioni di euro dal Lucerna, all’olandese Hans Hateboer, arrivato esattamente un anno dopo dal Groningen per circa 350mila euro, passando per lo stesso Andreas Cornelius, l’alter ego danese di Andrea Petagna come terminale offensivo. Mentre gli altri laterali Timothy Castagne e Robin Gosens ancora non hanno potuto trovare la continuità necessaria, chiusi come sono dallo stesso Hateboer e Leonardo Spinazzola. Ebbene, in quest'ottica oggi accendiamo i fari su José Luis Palomino, all'indomani della prima rete in Serie A realizzata dal versatile difensore argentino arrivato in estate dai bulgari del Ludogorets per una cifra vicina ai 2,5 milioni di euro. La trasferta dell’Ezio Scida era diventata in salita, alla luce del tap-in di Mandragora al 34’ della ripresa. Ma poi, a due minuti dalla fine, con modalità quasi speculari, l'Atalanta - malgrado le pessime condizioni del campo (evidenziate anche nel dopo partita dal tecnico orobico) - è riuscita a pervenire al pareggio con Palomino, lesto a depositare nella porta sguarnita la sfera calciata da Masiello e che Cordaz era riuscito soltanto a respingere. José Luis, scelto per completare il pacchetto dei titolari composto solitamente da Toloi, Caldara e lo stesso Masiello (Gasp ha già lanciato anche Gianluca Mancini, che il suo primo gol in A lo aveva siglato la scorsa domenica), nasce a San Miguel de Tucuman il 5 gennaio del 1990 e si forma nel vivaio del San Lorenzo, la squadra per la quale com’è noto tifa Papa Francesco, fino all’esordio in prima squadra datato 2009 e regalatogli da Diego Simeone, che per lo specialista sudamericano ha rappresentato un baluardo al quale ancorarsi ad inizio carriera. Nel 2013 José si trasferisce all’Argentinos Juniors, ma la sua esperienza a Buenos Aires dura solo un anno: dopo aver messo a referto, nell’arco di poco più di 4 stagioni, 62 presenze nella Primera Division del suo Paese, Palomino risponde infatti alla chiamata del Metz. Prima stagione in Ligue 1, conclusasi con la retrocessione, seconda in Ligue 2 con immediato ritorno nell’olimpo, per un totale di 57 apparizioni e 4 reti con la casacca del club francese. Nell’estate del 2016 ha inizio una nuova avventura europea, biglietto aereo direzione Bulgaria per sposare la causa del Ludogorets, con il quale vince il campionato e debutta sia in Champions che in Europa League, collezionando nel complesso 40 presenze e 2 gol. Il resto ve l’abbiamo già raccontato: il presente si chiama Atalanta e il centrale, che finora in Europa non si era esibito in campionati top, sta dimostrando di meritare serenamente anche la Serie A. Sin qui sono ben 1913 i minuti accumulati da Palomino con la casacca nerazzurra, dilazionati in 25 presenze (ben 20 da titolare). Ben strutturato fisicamente (188 cm per 87 kg), José Luis, grande amante dell’asado che non manca mai sulla sua tavola quando torna in Argentina, in precedenza aveva sempre giocato a quattro, disimpegnandosi sul centro-sinistra o - alla bisogna - sulla corsia mancina, doti di corsa non indifferenti oltre all’immancabile garra argentina. Ma Palomino si è calato subito nei nuovi panni,aiutato nell’inserimento dal Papu. Ha imparato i movimenti della retroguardia a tre e, con la eccellenza nel gioco aereo e lo spiccato senso dell’anticipo che lo contraddistingue, per Gasperini costituisce un risorsa preziosissima sulla quale contare. Oltre che l’ennesima scommessa (vinta) dall’allenatore di Grugliasco. Foto: sito ufficiale Atalanta