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Dal 28 settembre al 20 ottobre: l’incoerenza nel giudicare un allenatore

22.10.2016 | 00:10

Maurizio Sarri può piacere oppure no, liberi di scegliere o di decidere. Potete ritenerlo un maestro o un allenatore scadente, ci sono fatti e argomenti che possono essere analizzati senza soluzione di continuità. Ma chi scrive, evidentemente non sui muri, dovrebbe avere la coerenza e non lasciarsi guidare o trascinare dai risultati. Riepilogando: dopo aver battuto il Benfica l’allenatore del Napoli veniva considerato l’enfant prodige in Europa, artefice del calcio più bello e spettacolare, un esempio da seguire. Era il 28 settembre 2016, non il 28 settembre 1997. Bene, anzi male. Meno di un mese dopo, tra il 20 e il 21 ottobre, quelli che avevano esaltato Sarri (gli stessi) lo dipingono come un allenatore inadeguato, scarso, monotono, banale, insufficiente. Ma come, in un mese dalle Alpi alle Piramidi? Noi abbiamo rispetto per quasi tutti, tuttavia ci dispiace molto se poi le edicole sono sempre più deserte (leggere i dati, please) e le “rese” sempre più congrue, per non parlare delle tirature. Eravamo rimasti ai conduttori, agli amici di Mancini, a qualche ex direttore sportivo che, non ricordando più quale sia stato l’ultimo club di appartenenza, ora blatera tra radio e tv. Ma che neanche un mese dopo si ribalti un giudizio è l’anti-tutto. Sarebbe stato meglio dire, 25 giorni fa, che “Sarri non è adeguato”. Per non capovolgere il giudizio 25 giorni dopo. Ma certa gente non si rilegge? Meglio: nessuno glieli rilegge?

Foto: sito ufficiale Napoli