A testa alta: la Reggiana di Diana e un calcio che non conosce il timore
31.03.2022 | 12:05
La Serie C è una categoria generalmente poco propensa a farsi apprezzare. Un campionato confuso, non valorizzato a dovere, con infrastrutture anacronistiche. In questo marasma, non mancano eccezioni che, si spera, con le giuste decisioni gestionali e una maggiore apertura al nuovo potranno diventare consuetudine: parliamo della Reggiana di Aimo Diana.
La linea del direttore Tosi, dopo la retrocessione della scorsa stagione, è stata quella di continuare a poter vedere in campo una squadra propositiva e protagonista, seppur in modalità differenti rispetto all’era-Alvini.
La scelta è ricaduta su un tecnico giovane e preparato come Diana, che tanto bene ha fatto soprattutto con Renate e Sicula Leonzio. I numeri della Reggiana in questa stagione sono da capogiro, e sorprende che 76 punti in 34 giornate debbano scontrarsi con il Modena di Tesser (avanti di cinque lunghezze), che sta sublimando il concetto di competitività. Una squadra, la Reggiana, che vive una costante tensione verticale. Numeri alla mano, Lanini e Zamparo (trenta gol in due) sono quelli che maggiormente esaltano e risaltano, ma queste prestazioni sono figlie di principi di gioco dove ogni interprete ha un senso tattico senza il quale la manovra non potrebbe essere esplosiva come accade da inizio annata.
Tutti accompagnano, tutti partecipano, tutti sono consapevoli che nel momento in cui la sfera sarà in loro possesso, potranno e dovranno creare qualcosa di utile. Non è un calcio individualistico, quello pensato e trasmesso da Diana: lo si riconosce nei movimenti di Lanini quando annusa di poter incidere in zona di rifinitura, nella verve di Zamparo (per ribadire i due già menzionati, così da inserirli ulteriormente in un discorso collettivo), nelle sgroppate di Contessa oppure nell’estro di Radrezza e nella direzione d’orchestra del duo Cigarini-Rossi. Occupare gli spazi per offendere, nella Reggiana, vuole dire e comportare – ecco il calcio moderno – predisposizione a un rapido passaggio alla fase difensiva, che viene pensata e organizzata anche mentre si attacca: gli appena ventitré gol subiti, solo uno in più del Modena, certificano ciò.
Quale sarà l’epilogo di questa cavalcata non fa parte dello scibile precedente al finale di stagione, ma una cosa certa: il percorso è stato notevole.
Foto: Facebook Reggiana