A volte basta poco: la rinascita della Fiorentina passa dall’uomo in più a centrocampo
Il calcio è strano. Solo qualche settimana fa il tecnico Raffaele
Palladino era in piena discussione, la
Fiorentina mostrava un encefalogramma piatto, e i risultati stentavano ad arrivare. Ma l'ex
Monza è un allenatore intelligente, ambizioso e in grado di ribaltare le stagioni, esattamente come ha mostrato nella sua esperienza ai brianzoli. E la rinascita della Viola parte dalla gara vinta contro il
Milan per 2 a 1. Tanti rigori sbagliati, una prestazione aliena di
de Gea, un finale infuocato e un pizzico di fortuna. Ma si sa, la fortuna aiuta gli audaci, e Palladino è obiettivamente un tecnico audace. In quella gara, infatti, mise in discussione i cardini tattici della squadra, che prima di quell'evento da dentro o fuori si basava su un 3-4-2-1. Fuori un difensore, dentro un centrocampista,
Adli. L'ex rossonero segnò anche un gol alla sua ex squadra, e insieme a
Cataldi e
Bove, è andato a formare un centrocampo da tre completissimo, in grado di fornire costruzione, tempi di gioco e muscoli. Da allora la Fiorentina ha cambiato vari uomini (vedi la gara di ieri), ma mai il modulo e la mentalità offensiva. E anche nella gara sporca ed estremamente tattica in casa del
Genoa, la Fiorentina non ha mai smesso di cercare il gol, di costruire, di muoversi. A fare la mezz'ala e a venire indietro a legare e costruire ci ha pensato
Beltran, oggi nuovamente al centro del progetto per via dell'infortunio di
Gudmundsson, che lo terrà fuori per qualche altra settimana. La Fiorentina si è ritrovata, e oggi sembra volersi non fermare più. A volte basta poco. Foto: Instagram Palladino