“Penso che a fine stagione mi siederò con il dottor Galliani e decideremo insieme il mio futuro. Anche se non dovessi essere più io il titolare, darei filo da torcere a chi ci sarà, con spirito di concorrenza. Abbiamo anche Gabriel che è un buon portiere, ha qualità e deve solo crescere. Ci sono molti giovani portieri interessanti e sono felice perché le società hanno dato fiducia a questi ragazzi che stanno dimostrando di essere su buoni livelli”, così Abbiati lo scorso 8 maggio a margine di un evento di gala. L’intramontabile estremo difensore parla poco, ma quando apre bocca lo fa per dire cose concrete, tralasciando il banale e routinario gergo calcistico. In questo virgolettato c'è tutta l'umiltà di un professionista che, alla soglia dei 37 anni, capisce che potrebbe anche essere arrivato il momento di abbandonare i guanti da titolare. Ma non fa ugualmente una grinza, pronto a rimettersi in gioco come sempre. Anche perché, dovendo pescare da un'eventuale terna completata da Gabriel e Agazzi non è detto che il prossimo allenatore del Milan - chiunque esso sia - non decida di puntare ancora su Christian.
Ad ogni modo, ad un anno di distanza è andato in scena lo stesso copione: il 20 maggio 2013 il club meneghino ufficializzò il rinnovo annuale del portiere lombardo, ieri la replica, nuova scadenza prevista per il 30 giugno del 2015. Continuerà dunque l’epopea del longevo numero uno, che ha fatto del rossonero quasi una seconda pelle e che dopo le meritate vacanze vestirà la maglia del Diavolo per la quattordicesima stagione, sperando che possa essere quella della - quantomeno parziale - ricostruzione dopo un’annata nefasta conclusasi con l’esclusione dall’Europa, malgrado il buon lavoro portato a termine da Clarence Seedorf.
Ripercorrendo le tappe più significative del suo excursus, Christian nasce ad Abbiategrasso l’8 luglio del 1977 e si accosta al mondo del calcio iniziando a sgambettare nell'Aurora OSGB, formazione parrocchiale locale, per poi formarsi girovagando tra Atletic Trezzano, Assago e Corsico.
Nel 1994 entra a far parte della famiglia del Monza, ai tempi storico satellite milanista, che, dopo averlo fatto esordire in C1 contro il Modena, lo gira in prestito al Borgosesia in CND. Rientrato alla base, disputa un biennio da titolare con i brianzoli e dopo essersi messo in mostra anche in serie B spicca il volo verso Milanello, nell’estate del 1998. Nella prima parte della sua esperienza sotto la Madonnina scende in campo 164 volte, contribuendo alla vittoria di 2 campionati, 1 Coppa Italia, 1 Supercoppa italiana, 1 Champions League e 1 Supercoppa europea. I trofei più importanti, però, Abbiati non li solleva da titolare bensì da secondo di Nelson Dida. Ecco perché nel 2005 accetta di buon grado il trasferimento in prestito gratuito alla Juventus, un equo indennizzo corrisposto amichevolmente dal Milan per sostituire Buffon, infortunatosi gravemente alla spalla in seguito ad uno scontro con Kaká nel Trofeo Berlusconi.
A Torino viene chiamato in causa 19 volte, sul 29mo scudetto poi revocato alla Vecchia Signora c’era anche la sua firma. Dopo altre due interessanti parentesi a titolo temporaneo, tra le file di Torino e Atletico Madrid, il guardiano dei pali torna a casa per difendere in pianta stabile la “sua” porta, mettendo in bacheca un altro tricolore e la seconda Supercoppa italiana della carriera.
In totale sono 361 le presenze accumulate sin qui con la casacca rossonera, mentre è scarno il ruolino a livello di Nazionali: 20 gettoni in Under 21, con un Europeo di categoria all’attivo, ma soltanto 4 con l’Italia dei grandi. Dopo aver partecipato da comprimario agli Europei del 2000 e ai Mondiali del 2002 in Giappone e Corea, Giovanni Trapattoni gli regala l’esordio in azzurro il 30 aprile 2003 in occasione della vittoriosa amichevole contro la Svizzera disputatasi a Ginevra.