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Abraham e la Roma, bisognava solo incontrarsi

12.05.2022 | 23:31

Ci sono storie che, per essere irradiate dai colori dell’arcobaleno, necessitano dei posti giusti e dei momenti opportuni. Condizioni in cui vedi come veramente sei e percepisci cose che non solo ti piacciono, ma che ami, come accaduto al gabbiano Fletcher ne “Il Gabbiano Jonathan Livingston” di Richard Bach.

Questione di compatibilità, di chimica, di scintilla che scocca. Tutto pare naturalmente portare a menzionare un calciatore e una squadra che si sono incontrati in un idilliaco matrimonio: parliamo di Tammy Abraham e la Roma.

La prima stagione del Nazionale inglese nella Capitale del Belpaese è stata, finora, decisamente positiva (in attesa della finale di Conference League, che potrebbe renderla magistrale): ventiquattro gol, bigliettino da visita richiesto a un centravanti, ma tanto altro. Coinvolgimento nella manovra, tecnica distribuita non solo in area di rigore, propensione alle giocate associative.

Un attaccante decisamente moderno, che vive e pensa nel gioco. A tutto questo bisogna aggiungere uno stupendo rapporto con Mourinho e con la piazza, che l’ha accolto senza sbilanciarsi ma che ha imparato non solo a farselo piacere, bensì ad amarlo. Un po’ come il gabbiano Fletcher. Anzi, come il gabbiano Tammy.

Foto: Twitter Conference League