ADAM NAGY, COLOSSO TUTTOFARE DELLA SORPRENDENTE UNGHERIA

Chi ieri pomeriggio ha guardato in tv il debutto dell'Ungheria agli Europei, sicuramente ne sarà rimasto colpito. E non parliamo della leggendaria tuta di Kiraly, né dei guizzi vincenti di Dzsudzsak, né tanto meno della freddezza sotto porta di Szalai. Bensì di Adam Nagy, che alla maggior parte degli addetti ai lavori suonerà come un nome insolito e inedito a certi livelli. Il motivo? Esclusivamente la sua carta d'identità. Il diretto interessato compirà appena 21 anni tra due giorni, ma c'è chi lo ha già notato e messo nel mirino. Per la precisione parliamo del Bologna, che si guarda intorno a caccia del dopo Diawara. Fenucci e Bigon hanno un discorso ben avviato (ma non ancora del tutto definito) con il Valencia, pronto - secondo la stampa spagnola - a offrire ben 15 milioni di euro per il cartellino del centrocampista guineano classe 1997, tra le rivelazioni del campionato appena passato in archivio. Se Diawara dovesse lasciare i rossoblù, Donadoni si ritroverebbe con un'autentica voragine in mezzo al campo. E non solo per la grande intensità che il diretto interessato garantisce, ma anche per il suo fisico possente (183 centimetri di altezza) e ben strutturato nonostante debba ancora compiere 19 anni. Nessun problema: Nagy, sotto questo punto di vista, è ancora più dotato.   Classe 1995, il mediano ungherese è cresciuto nelle giovanili del Ferencvaros con cui ha debuttato in prima squadra a partire dalla stagione 2013/2014. E proprio con il club di Budapest, fresco vincitore del campionato, è vincolato da un contratto in scadenza il 30 giugno del 2018. Per lui, in due anni, 26 presenze collezionate e la sensazione di meritare sin da subito palcoscenici ben più probanti. Lo testimoniano soprattutto le grandi prestazioni offerte con la Nazionale Under 20 (prima) e Under 21 (poi), decisive per la sua convocazione tra "i grandi" a Euro 2016. Ma quali sono le caratteristiche che hanno stregato il Bologna (in primis), ma anche Trabzonspor e Benfica? 1 metro e 87 centimetri di puro agonismo, si tratta del classico rubapalloni il cui compito principe è quello di stare davanti alla difesa in un 4-2-3-1; grande intelligenza tattica, ottima visione di gioco, sa dettare a meraviglia i ritmi della squadra. Insomma, un piccolo leader con la stoffa del campione. In Nazionale - come si è potuto vedere contro l'Austria - viene schierato al centro della mediana in un più equilibrato 4-1-4-1. Segno che il ct Lovrencsics gli chiede di fare da collante tra entrambe le fasi di gioco. E ci è riuscito alla grande: il 2-0 inflitto ad Alaba e compagni, all'esordio assoluto nella kermesse continentale, è frutto soprattutto del lavoro oscuro dei centrocampisti che facevano densità in prossimità della terza linea, ma che sapevano ribaltare l'azione con velocità una volta riconquistata la palla. Tra tre giorni avrà un'altra occasione per mettersi in mostra, contro l'altra sorprendente debuttante, l'Islanda di Lagerback. E chissà che, in caso di risultato positivo, non possa essere proprio l'Ungheria il "Leicester" della competizione. Con annesse valutazioni di mercato inevitabilmente rigonfiate ai massimi termini...   Foto: rakball.net