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Addio a Mondonico: dalla sedia di Amsterdam alzata al cielo alle imprese con Toro e Atalanta

29.03.2018 | 11:45

Il calcio piange Emiliano Mondonico. Si è spento all’alba di quest’oggi uno degli allenatori più amati del calcio nostrano, che ha legato indissolubilmente il suo nome a tanti club italiani. Aveva 71 anni, compiuti lo scorso 9 marzo, e da tempo era ricoverato a Milano per il riacutizzarsi della malattia che lo tormentava da tempo. Mondonico, nato e cresciuto a Rivolta d’Adda, iniziò la sua carriera in panchina nel 1979 con le giovanili della Cremonese. Nel 1984 riporta i grigiorossi dopo 54 anni in A, poi nel 1988 fa salire l’Atalanta ed è protagonista di una straordinaria corsa fino alle semifinali di Coppa delle Coppe contro il Malines. La partita di Bergamo, una sconfitta per 2-1, è rimasta scolpita nella memoria dei tifosi della Dea e non solo. A seguire, il “Mondo” si rende protagonista di un’esaltante esperienza con il Torino, che allenò tra il 1990-1991 e il 1993-1994, portandola alla finale di Coppa UEFA, persa il 13 maggio del 1992 contro l’Ajax. E proprio in occasione della finalissima con i Lancieri ci fu quel gesto rimasto impresso nella mente di tutti gli appassionati di calcio: quella famosa sedia alzata al cielo in segno di protesta per un rigore negato al Toro allo Stadio Olimpico di Amsterdam. Nel 1992-93, sempre con la squadra granata, Mondonico vinse la Coppa Italia. Successivamente torna all’Atalanta un’altra volta, dal 1994 al 1998, quindi va ad allenare al Sud (Napoli e Cosenza), guida la Fiorentina, l’AlbinoLeffe, ancora la Cremonese, prima di chiudere col Novara, l’ultima squadra allenata quando la malattia si era già manifestata. Mondonico verrà ricordato non solo per le imprese sul campo, ma anche per aver lanciato giocatori di assoluto livello come Gianluca Vialli e per esser stato un maestro di tanti grandi tecnici. Ciao “Mondo”, per sempre un simbolo del calcio italiano.

Foto: Twitter ufficiale Parma