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Agnelli: “Guardiola? È felice al City. Volevamo Sarri e l’abbiamo preso. Su Juve-Inter, Conte e lo scudetto…”

24.02.2020 | 15:00

Andrea Agnelli, presidente della Juve, è intervenuto durante la trasmissione ‘Tutti Convocati’ su Radio24. Queste le sue parole: “Juve-Inter a porte chiuse? In questo momento la priorità per il paese è la tutela della salute pubblica. È evidente che ci sia un dialogo con i vari portatori di interesse, ma qualsiasi determinazione dev’essere nella tutela della salute pubblica. Il dibattito può essere aperto, interruzione del sistema sportivo è difficile, il calendario è intasato. Organizzare una partita come Juventus-Inter in uno stadio diverso da quello ipotizzato è estremamente complicato. Lo spettacolo televisivo ne risente, senza spettatori sugli spalti, così come il calcio italiano. Però noi tutti dobbiamo avere in mente la tutela. L’ordinanza in Piemonte vige fino a sabato. In questo momento la partita si svolge regolarmente all’Allianz Stadium con il pubblico. Lo ribadisco un’altra volta, bisogna tutelare la salute pubblica. È vero che con questa gara, forse anzi con il Lione, inizia la stagione vera. Pensare di vincere sempre a febbraio è sciocco, lo scudetto si vince a fine anno. Se siamo in linea con le aspettative? Direi di sì, siamo primi. Se ho pensato di riprendere Conte? Noi pensiamo a chi vogliamo. Noi volevamo Sarri, abbiamo preso Sarri. Conte bandiera juventina, capitano, ha vinto lo scudetto. Conte è Juventus, non ho nessun timore di pensare che non lo sia. Guardiola? Sarebbe un’eresia dire che nessuno pensi a Guardiola. Però in questo momento della sua vita è estremamente felice dove è, al di là delle contingenze. Se io sono felice dove sono difficilmente lascio. Noi siamo molto contenti di Sarri, al di là delle cene che facciamo. L’impostazione è per i tre anni, la forza di un’idea è nella prosecuzione del tempo, la priorità è proprio questa. L’arrivo di Ronaldo? È stato il primo giocatore per cui c’è stata una riflessione congiunta fra area sport e ricavi. Ci aggiungeva qualcosa in campo e spostava la riconoscibilità del modello Juventus a brand globale. Fra poco saremo il quarto club per follower sui social… Sarebbe uno stimolo se Messi andasse da un’altra parte? Deve essere uno stimolo. Le prime cinque società sono Milan, Inter, Juventus, Roma e Napoli, se tutte avessero un campione del calibro di Messi sarebbe un qualcosa di migliore per tutti. Noi non abbiamo problemi all’interno della nostra nazione, il problema è l’estero. Vedere una partita della A all’estero sembra una via crucis. Se a giugno bisogna aspettarsi un altro colpo alla De Ligt? Una delle parti che fa sognare di più un tifoso è il mercato, l’arrivo di giocatori. Questa è una domanda che, da prassi, va posta a chi di dovere. Se uno è il responsabile dell’area sportiva deve decidere, io metto a disposizione la bocca di fuoco. C’è l’attribuzione di una delega e una di responsabilità, ora c’è Paratici. Paratici sotto esame? No, è un grandissimo dirigente, lo ha dimostrato negli anni scorsi e tutt’ora. Dal mio punto di vista non è sotto esame, ora è sotto i riflettori e prima no. Se si ipotizza, specula o immagina è chiaro che il responsabile finisce sotto esame. Uno valuta anche il percorso da dirigente. Questo è un primo ciclo per scadenze naturali e andrà fino al 2021: i contratti sono triennali, i CA anche, non c’è data di scadenza come uno yogurt. Il Lione? Grande rispetto, ma anche consapevolezza dei nostri mezzi. Arrivano gli appuntamenti per i quali ci troviamo dall’estate, dalla preparazione fisica. L’Inter domenica, gli ottavi di Champions… sono i motivi per cui questi giocatori vogliono giocare”, ha chiuso Agnelli.

Foto: Twitter ufficiale Juve