Al Khelaifi: “La Superlega non esiste, se non nella mente di pochi illusi o ingannati”
Nasser
Al Khelaifi non conosce pause. Tra il Gran Premio di Formula 1 a Doha, la promozione del padel con eventi di prestigio, il presidente del PSG, ha concesso un’intervista esclusiva a
MARCA. Dal possibile ritorno della Superlega alla riforma della Champions League, il numero uno dei
Les Parisiens ha condiviso la sua visione sul futuro del calcio. Pensa che il PSG stia seguendo la strada giusta puntando sui giovani talenti invece che su tante stelle?:
"Sì, la nuova "superstar" del Paris Saint-Germain è il collettivo, anche se abbiamo comunque molti campioni in rosa. La vera differenza, oggi, è che possiamo contare su un gruppo forte in campo e su una struttura societaria solida e ben organizzata fuori dal campo. Guardiamo al futuro con una visione a breve, medio e lungo termine, evitando di reagire in modo impulsivo o emotivo agli eventi. Costruire un'identità con una squadra giovane è il nostro obiettivo. Certamente, vogliamo vincere ogni partita e competere in tutte le competizioni, ma con pazienza e perseveranza. Non una rivoluzione ogni settimana, ma un'evoluzione costante, come amo ripetere". Il nuovo formato della Champions League è valido nonostante le critiche ricevute?:
"Sì, credo fermamente che sia un formato che ha portato significativi miglioramenti per tutti. Guardiamo alle classifiche, ai media, ai tifosi... e anche ai risultati delle squadre: c'è più competizione, più sorprese e maggiore coinvolgimento. Inoltre, ci sono più club che possono sognare di partecipare alle competizioni europee. E, cosa che molti dimenticano, questo formato garantisce maggiore solidarietà: 440 milioni di euro all’anno destinati a squadre che nemmeno partecipano alle competizioni". Crede ancora che la Superlega non vedrà mai la luce?:
"No, la Superlega non esiste. In realtà, non è mai esistita, se non nella mente di pochi illusi (o ingannati). E ora, con il nuovo formato delle tre competizioni maschili UEFA e con la rinnovata Coppa del Mondo per Club FIFA, è ancora più impossibile. Nessuno la sosterrà: né i tifosi, né i giocatori, né i media, né i governi, né i club... Sapete che solo due club la supportano; spero che un giorno si rendano conto del loro errore di valutazione e tornino a far parte della famiglia europea". È davvero così importante il Mondiale per Club per il futuro del calcio?:
"Ci sono state alcune critiche al torneo, ma ora è il momento di smettere di lanciare pietre e di essere positivi e costruttivi. Si farà, e sarà fantastico. Sono stato a Miami questa settimana e si percepiva l’entusiasmo: stiamo portando il calcio in uno dei mercati sportivi più importanti al mondo. Questo torneo genererà grandi ricavi sia per i club partecipanti che per quelli non partecipanti, contribuendo all’ecosistema calcistico. Renderà il calcio più globale, non solo europeo. Inoltre, non aumenterà significativamente il carico di lavoro dei giocatori, visto che si disputa solo ogni quattro anni e coinvolge un numero limitato di squadre. Quello che davvero incrementa il carico di lavoro sono i campionati nazionali a 20 squadre, le due coppe nazionali". Come risponde alle critiche ricevute da Mbappé, soprattutto dalla Francia, per le difficoltà incontrate al Real Madrid e in nazionale?:
"Come ho sempre detto, auguro a Kylian e a tutti coloro che hanno giocato nel nostro grande club, il meglio". È orgoglioso della scelta di Luis Enrique come allenatore? Cosa pensa delle recenti critiche sui risultati?:
"Lo scorso anno abbiamo raggiunto la nostra terza semifinale di Champions League in cinque anni. Abbiamo vinto tutti gli altri trofei e trasformato la nostra strategia e la nostra rosa. Siamo in vetta al campionato e quest’estate parteciperemo alla Coppa del Mondo per Club FIFA. È vero che alcuni risultati non ci hanno premiato in questa stagione di Champions, ma quando le cose diventano difficili bisogna restare uniti e sostenere la squadra, come stanno facendo i nostri tifosi, anche se alcuni media non lo fanno. Abbiamo un allenatore fantastico, Luis Enrique, e un grande consulente sportivo, Luis Campos. Come club, supportiamo totalmente giocatori e staff tecnico. Le nostre fondamenta sono solide e le nostre ambizioni rimangono invariate". Si parla di rinnovare il contratto di Luis Enrique, è possibile?:
"Le dico che vogliamo che rimanga con noi per molti anni. Voglio solo che giochi a padel. Cercherò di farlo andare alle Finali della Premier Padel a Barcellona la prossima settimana". Foto: twitter PSG