Dal venerdì europeo, avuto riguardo agli anticipi disputatisi nei principali campionati, sguscia fuori la storia di Alex Alegria, che con la doppietta realizzata al Granada ha consentito al suo Betis di recuperare un doppio svantaggio, ma non di rompere l’incantesimo del Villamarin. Nelle due gare giocate sin qui davanti al caloroso pubblico amico, infatti, gli andalusi hanno raccolto altrettanti pareggi: quello di ieri contro gli uomini di Paco Jemez era stato infatti preceduto dallo 0-0 con il Deportivo La Coruña della seconda giornata. La settimana scorsa erano invece arrivati i primi 3 punti nella Liga, un po’ a sorpresa poiché colti nella trasferta di Valencia, sulle ali dell’eterno Ruben Castro.
Una storia da raccontare perché non è facile riuscire a toccare il cielo con un dito nell’arco di una settimana, in generale ma soprattutto per chi, alla soglia dei 24 anni, sembrava destinato ad una carriera non di primissimo piano. Il classico attaccante buono per la cadetteria, ma non per la massima serie: questo si diceva del ragazzone dell’Extremadura. Ma, come spesso accade nel calcio, il destino aveva in serbo qualcosa di inaspettato per il nostro personaggio del giorno, il cui cognome sarebbe stato certo apprezzato dall’indimenticabile Mike Bongiorno.
A fine agosto la sua partenza per un nuovo prestito in Segunda Division, dopo la positiva esperienza al Numancia della scorsa stagione (12 reti), sembrava quasi scontata: su Alex c’era mezza cadetteria, il Tenerife l’ultimo club ad iscriversi - vanamente - alla corsa. Ma poi si è messo di mezzo Gus Poyet, alla sua prima avventura in panchina in quella Spagna che, da calciatore, lo consacrò tra i migliori centrocampisti con la Real Saragozza, facendogli poi guadagnare la chiamata del Chelsea. Ebbene, il 48enne tecnico uruguaiano ha bloccato la cessione della prima punta, ritenendola adatta a completare un reparto offensivo di tutto rispetto per una medio-piccola iberica, composto dal già citato Ruben Castro e dai nuovi acquisti Zozulya, arrivato in estate dal Dnipro, e Sanabria, prelevato dalla Roma per 7,5 milioni di euro più il 50% dei proventi di una futura vendita (con la società capitolina riservatasi la recompra su base triennale, tra gli 11 e i 14,5 milioni). E poi il fato ci ha messo lo zampino: infortunio per l’ex giallorosso, fase di ambientamento da attraversare per l’ucraino. Et voilà, ecco scoccare l’ora di Alegria: titolare a Valencia, esordio assoluto nella Liga con prestazione di sostanza, e anche ieri sera nel match che oggi gli ha permesso di guadagnarsi le prime pagine grazie alle due reti di pregevole fattura, da consumato bomber d’area di rigore, messe a segno per la disperazione di Memo Ochoa. Perentorio stacco di testa al 36’ (fondamentale nel quale eccelle dall’alto dei suoi 190 cm), preciso sinistro sul secondo palo, dopo una gran giocata nello stretto su assist dell’italiano Piccini, per il punto della definitiva parità. Con il Granada a rimpiangere non solo lo 0-2 che era maturato grazie agli exploit di Carcela-Gonzales e Alberto Bueno, ma anche il rigore successivamente fallito da Ponce, curiosamente altro ex romanista. Difficilmente Alexander Alegría Moreno da Plasencia, cittadina che gli diede i natali il 14 ottobre del 1992, potrà dimenticare questa prima metà del mese di settembre. Lui che era partito dal Cacereño, con il quale era stato protagonista fino all’età di 20 anni in Segunda B, prima di legarsi a parametro zero al Betis nell’estate del 2012. Gli anni nella filial, poi nel marzo del 2015 il debutto in prima squadra, con Pepe Mel a concedergli uno spezzone contro il Mirandes. Ma nulla, fino a qualche giorno fa, avrebbe lasciato presagire un magic moment di tale portata dopo tanta gavetta. Nella mente di Alegria - c’è da starne certi - questa mattina c’era ancora il suo stadio in visibilio, un sogno divenuto realtà con l’afición verdiblanca nuovamente caricata a pallettoni in vista della stracittadina di martedì, quando i biancoverdi nel turno infrasettimanale saranno di scena al Sanchez Pizjuan, catino dei cugini del Siviglia. Questo il nuovo obiettivo di Alex: un gol nel derby, per rafforzare la propria posizione in seno alle gerarchie del Betis, piacevolmente stupito dallo scoprire che il delantero per finalizzare l’azione, probabilmente, lo aveva già in casa.