Alessio Dionisi, l’uomo giusto per la rifondazione del Sassuolo
All'inizio dell'annata in corso, una fetta dell'opinione pubblica era scettica in merito alle decisioni del Sassuolo. Il ridimensionamento sembrava inevitabile, data la fine dell'esperienza neroverde di Roberto De Zerbi, che ha condotto il club a risultati prima mai raggiunti, oltre ad aver valorizzato calciatori e donato un'identità tattica propositiva e convincente. La scelta del club è ricaduta su un allenatore giovane, reduce da un campionato di Serie B vinto e che, con lo
scontato senno del poi, si è rivelato idoneo e confacente alla richiesta.
Alessio Dionisi ha sposato la causa
Sassuolo con tanta convinzione e un salto nel buio perché, oltre la pesante eredità già menzionata da sopportare, ha cominciato un processo di conoscenza e navigazione in un organico rifondato nei suoi elementi più importanti. Via
Locatelli,
Caputo,
Marlon, qualche mese dopo
Boga. Perni del Sassuolo
che è stato, per fare posto al Sassuolo
che è, quello di
Scamacca e
Raspadori,
Frattesi e
Traorè. Giocatori giovani, talentuosi, che andavano instradati quanto prima con l'ausilio di un impianto di gioco propositivo, come si è rivelato - per meglio dire confermato, dato quanto già mostrato con Empoli, Venezia e Imolese - quello dell'allenatore classe '80. Una compagine, quella emiliana, coraggiosa, qualitativa nelle intenzioni e nelle scelte, che costruisce e accompagna in maniera corale, fluida e votata a offendere. Una mentalità che Dionisi ha trasmesso e che i suoi hanno assorbito, come dimostrano le prestazioni degli elementi prima menzionati, che si stanno valorizzando grazie all'abito tessuto da Dionisi. Competente nel credo, profondo nelle dichiarazioni, rispettoso nei modi: un uomo di calcio che ha tutto per ambire ai più alti livelli. Foto: sito ufficiale Sassuolo