Alisson: “Voglio un titolo con la Roma, lo meritiamo tutti. Su Di Francesco, Totti, De Rossi e Dzeko…”

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Alisson, estremo difensore della Roma e della Nazionale brasiliana, ha rilasciato un'intervista a 360° ai microfoni del sito ufficiale del club giallorosso: "Era bello quando ero piccolo, mi divertivo tanto. Mi sono fatto molti amici nel calcio e ho lavorato con tanti professionisti. L'esordio in Nazionale? Giorno indimenticabile. La giornata è stata splendida per me e la mia famiglia. Il mio sogno è divenuto realtà. Sono due anni che sono davanti alla porta brasiliana. Il Brasile ha avuto portieri bravissimi. Anche io devo essere sempre pronto, sono contendo di avere questo peso e di stare lì. Non mi accontento e voglio anche vincere con la Nazionale. Sarà un Mondiale difficile e dobbiamo fare del nostro meglio. Vorrei vincere un titolo con la Roma. La squadra lo merita, lavora tanto. Vorrei far parte di questo. Anche nel vecchio stadio dell'International i tifosi che cantano e suonano sono quelli della Curva Sud. Adesso la Curva è diventata la mia casa. C'è molta rivalità qui a Roma, anche in Brasile c'è rivalità nell'International. Il mio adattamento? Juan Jesus mi ha aiutato molto qui a Roma. Lui conosceva la mia situazione. Sua moglie ha aiutato la mia. È stato importante. Anche i romani mi hanno accolto benissimo. La mia prima stagione? Non è stata facile. È cambiato tutto. Sono arrivato qui e ho trovato un modo diverso di lavorare, giocando una volta ogni tre settimane, spettando le coppe. Ho aspettato il mio momento e ho preso la maglia numero 1. Non la lascerò mai. Penso che nessuno sia insostituibile, però, ogni giorno arrivo qui al centro sportivo pensando di fare del mio meglio e di fare bene sempre per aiutare i miei compagni. La cosa più brutta per un calciatore è non giocare. In panchina avevo voglia di entrare in campo. Ho avuto calma e tranquillità nell'aspettare il mio momento, che è arrivato. Il debutto? Sono arrivato qui per giocare e per fare del mio meglio. È stato bello ed emozionante per me. Cerco di giocare sempre col cuore. Le parate più difficili? Tutte sono difficili, ma la più bella è stata quella su Saul nella gara contro l'Atletico Madrid. Non la dimenticherò mai. In Brasile ho giocato la Libertadores, ma non c'è paragone con la Champions in relazione ai tifosi e a ciò che c'è fuori dal campo. Quando entro in campo mi sento un grande lupo e questo raddoppia la voglia di giocare. Penso che la Roma sia cresciuta in questi ultimi 5 anni nell'atteggiamento e nel dimostrare la voglia di vincere. Di Francesco? Non lo conoscevo tanto ma ho un gran rapporto con lui. È un bravo allenatore. Ha cambiato il nostro atteggiamento, rendendolo più cattivo. In ritiro abbiamo lavorato tanto. Non dobbiamo mollare. La squadra difende benissimo, a partire dagli attaccanti. Tutti corrono per aiutare. Tutti noi siamo diversi: Gerson per noi è un ragazzino ancora. È bravissimo e scherza sempre. Peres anche scherza e gioca con i compagni. Abbiamo un gran rapporto noi brasiliani. Anche con gli altri ragazzi c'è un bel feeling. Dzeko? Abbiamo una sfida sul fatto di riuscire a segnarmi. In campo ti fa crescere ogni giorno. Kolarov? L'ho visto poco ma da quando è qui ho capito che è un calciatore che fa la differenza per ogni squadra. È un leader. Non sa giocare solo il pallone ma vuole bene a tutti. Spinge in avanti quando si deve spingere. L'addio al calcio di Totti? È stata una giornata sia bella sia triste. Tutti noi abbiamo vissuto gli stessi sentimenti: gioia di aver avuto un calciatore come lui e dispiacere per l'addio di una leggenda. Abbiamo la fortuna di averlo con noi tutti i giorni. Un calciatore e una persona come lui deve rimanere nel calcio per renderlo una cosa ancora più bella. De Rossi? È un gran capitano, uno di quelli che mi ha accolto benissimo. Non parla sempre ma quando lo fa è autoritario. Sa quello che dice e quando dirlo. La fascia da capitano è in buone mani". Foto: noticiasaominuto