Allegri, la complicità dei salotti e 15 mesi senza uno straccio di Juve

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Sono trascorsi circa 15 mesi da quando Massimiliano Allegri è tornato alla Juve. Un ritorno voluto, invocato, addirittura quattro anni di contratto. Doveva essere lui la soluzione dei problemi, oggi lui è il problema. Non l’unico, ma di sicuro un grande problema. In questi 15 mesi non abbiamo visto, senza ombra di smentita, uno straccio di Juve. Partite vinte grazie ai singoli, il quarto posto acciuffato dopo non poche sofferenze, zero trofei. E se il problema fossero i trofei, potremmo sorvolare. Allegri non riesce più ad aggrapparsi agli assenti per il semplice motivo che non esiste un sistema di gioco. La domanda oggi è: come gioca la Juve? Non si capisce. Non c’è una rotta, non ci sono schemi, non esiste una filosofia che possa al limite permetterti di perdere le partite ma almeno cascando in piedi. Con una traccia che aiuti per il futuro, una base che permetta di spendere mezza speranza. Allegri ha avuto la compiacenza/complicità di molti salotti televisivi, la grande maggioranza. Tra conduttori, opinionisti amici, ballerini a tempo perso, ex suoi calciatori, eventuali e varie quasi mai hanno avuto il coraggio di chiedergli “ma perché non hai proposto qualcosa degna del tuo passato?”. Nulla. Esattamente come quei cronisti da social che ora pubblicano le statistiche del tremendo rendimento esterno ma che quando se lo ritrovano di fronte - loro che potrebbero - si nascondono come quello scolaro che sceglie il banco all’ultimo posto per sventare l’interrogazione. Tutta questa complicità è durata 15 mesi. Ovviamente le colpe stanno (molte) a monte e forse (senza forse) la proprietà dovrebbe rivisitare - alla larga da qualsiasi sconto - quanto accaduto negli ultimi anni. E prendere decisioni drastiche. Ma Allegri è l’allenatore, ha il dovere di produrre qualcosa, di metterci mezza idea. Nulla, neanche uno straccio di Juve. Ascoltate le sue dichiarazioni: “Ora testa a martedì, abbiamo il Maccabi”. Come se nulla fosse accaduto. “Abbiamo fatto 20-25 minuti buoni, poi passavamo il pallone indietro”. Ma l’allenatore è lui, durante gli allenamenti di ogni settimana, o no?