“Allegri resta”: le parole di Agnelli spazzate via dalle incompatibilità. E la profezia del “padrino”

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Quando un allenatore chiede un profondo restyling, ci sono due strade: se non lo accontentano, addio. E’ un po’ la storia di Max Allegri e la Juve, le sue parole del 16 maggio (dopo la bruciante eliminazione per opera dell’Ajax) sono state spazzate via dall’evidenza dei fatti. “Ho detto al presidente che resto”. E di rimando Andrea Agnelli: “Resta alla Juve”. Ma Allegri chiedeva, ha chiesto, una Juve diversa, alla larga dalle incomprensioni e dalla presenza di gente che lo aveva profondamente deluso, Dybala in testa. Gli incontri con Agnelli hanno portato a incompatibilità nel garantire quanto chiedeva Agnelli. E alla fine il contratto da 7,5 milioni netti fino a giugno 2020,  che la Juve non avrebbe voluto mandare per aria, resta l’ultima cosa nel bel mezzo della fine di un rapporto certificato da un comunicato, l’esatto contrario rispetto a quanto avevano detto. Magari sull’anno abbondante di contratto che resta si troverà una soluzione con tanto di buonuscita. E’ comunque la conferma che il mercato non si fa con le parole, puoi essere d’accordo per andare avanti, ma poi quando ti incontri capisci una cosa essenziale. Questa: se devi cambiare quattro o cinque pezzi dell’organico, meglio ripartire da un altro allenatore. Vedremo se Allegri approfondirà contatti appena abbozzati, oppure se andrà di anno sabbatico. Di sicuro il suo “padrino” aveva capito tutto il 25 febbraio: “Max a fine stagione lascerà la Juve”. Il suo “padrino” si chiama Gianni Galeone: profezia che va in porto.   Foto: twitter ufficiale Juventus