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ALMAMY TOURÉ, L’ULTIMA PEPITA DI CASA MONACO

01.12.2015 | 09:30

Il Monaco continua a sfornare pepite. La scorsa estate l’operazione più patinata è stata la cessione al Manchester United del classe ‘95 Anthony Martial: acquisito a 5 milioni (dal Lione nel 2013) e rivenduto a 50 più altri eventuali 30 a titolo di bonus. Le cessioni di Kondogbia all’Inter e Abdennour al Valencia hanno generato plusvalenze vicine al 100% rispetto al prezzo d’acquisto (rispettivamente da Siviglia e Tolosa), idem quella di James Rodriguez al Real Madrid dell’annata precedente. Invece quelle di Kurzawa (al Psg per 25 milioni) e Ferreira Carrasco (all’Atletico Madrid per 20 più bonus) hanno sancito il trionfo dello scouting e l’abilità da parte del club del Principato nel valorizzare ad altissimi livelli gioielli forgiati nel proprio settore giovanile. Entrambi erano infatti stati allevati nel vivaio biancorosso, esattamente come Almamy Touré, l’ultimo prospetto esibito in bella mostra nella lussuosa vetrina monegasca.

 

Il rampante esterno maliano, sul quale accendiamo i fari all’interno del nostro approfondimento giornaliero, è stato catapultato in copertina prima dalla doppietta realizzata al Marsiglia, nel posticipo della quindicesima giornata di Ligue 1 conclusosi con un pirotecnico 3-3, e poi dalle qualificate indiscrezioni che lo hanno accostato al Barcellona, pronto a rientrare in pista sul mercato sin da gennaio al termine del blocco Fifa. Segnare una doppietta per un difensore è da sempre una rarità, figuriamoci quando la fattura è di livello eccelso. La prima rete, una zampata da consumato rapinatore d’area su punizione di Coentrao, può essere archiviata senza particolari lustrini, ma la seconda merita di essere descritta minuziosamente: sul risultato di 1-1 Mandanda rinvia un pallone dalla propria area di porta, la sfera viene arpionata a centrocampo da Almamy, che supera di slancio avversari in dribbling, ottiene il dai e vai da Carrillo, mette a sedere Rekik, veloce doppio passo a disorientare il portiere in uscita e piattone sul primo palo. Un gol che avremmo già rivisto 100 volte se l’avesse segnato Neymar, guardare il video per credere.  

 

Un’escalation progressiva quella di Touré, cui sono bastate 18 presenze (conditi da ben 5 gol) in gare ufficiali nell’anno solare 2015 per guadagnarsi un bel rinnovo fino al 2019 e calamitare le attenzioni di numerosi top club. Dall’esordio assoluto dello scorso 11 febbraio in Coppa di Francia contro il Rennes, bagnato guarda caso con un gol, a quelli in campionato e Champions League (dal primo minuto all’Emirates nel vittorioso 3-1 all’Arsenal negli ottavi) il passaggio è stato brevissimo, appena 15 giorni in totale. Come si addice ai predestinati. E in questa stagione il prestante specialista del Mali sta esplodendo definitivamente, soprattutto grazie alle sapienti cure di Leonardo Jardim, che sembra ormai averlo promosso tra i titolari dopo avergli definitivamente cambiato posizione. Almamy, nato a Bamako il 28 aprile del 1996 e formatosi inizialmente nel vivaio del Bourget, nasce infatti come centrale difensivo, ruolo brillantemente ricoperto a far data dal 2010 anche nelle giovanili del Monaco. Senonché l’ex allenatore dello Sporting Lisbona, avendo notato lo strapotere fisico del ragazzo (grandi qualità di corsa oltre che tecniche, palla al piede) abbinato alla naturale propensione ad offendere, lo ha spostato sull’out di destra, avanzando il versatile brasiliano Fabinho a centrocampo. Una rivisitazione tattica che diversi addetti ai lavori hanno già paragonato a quella che interessò Lilian Thuram, per quanto certi accostamenti siano decisamente rischiosi. I margini di miglioramento ad ogni modo sono enormi: dell’ultimo Touré di una lunghissima lista (basta cercare il cognome sui siti di statistica sportiva, se ne contano a decine) sentiremo parlare per oltre una decina d’anni, potete metterci la mano sul fuoco. 

 

Foto: footafrica365.fr