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ALY CISSOKHO RIAZZANNA IL SUO PASSATO

06.08.2015 | 11:05

E’ stata senza dubbio una delle vicende di mercato più curiose e controverse degli ultimi tempi. A sei anni di distanza è praticamente impossibile dimenticare la storia d’amore solo sfiorata e mai suggellata dal nero su bianco tra Aly Cissokho e il Milan. Il terzino francese classe 1987 balza di nuovo agli onori della cronaca per un trasferimento. Tutto nella norma, almeno stavolta: a riaccoglierlo a braccia aperte è il Porto, club che lo avuto tra le sue grazie nel 2009 e con cui il possente laterale di origini senegalesi ha dimostrato di poter calcare i palcoscenici più prestigiosi del Vecchio Continente. I numeri parlano però di una carriera non esattamente esaltante, di sicuro inferiore alle aspettative, che ha vissuto forse il punto più basso proprio in quella famosa estate del 2009. Dal Vitoria Setubal ai Dragoes il passo, in termini geografici, è stato breve, ancor meno oneroso l’esborso economico (appena 300 mila euro). Una cifra moltiplicata per 50 soltanto pochi mesi più tardi, complici soprattutto le eccellenti prestazioni sfoderate in Champions League. Alla sua porta bussa il Milan, l’occasione della vita, il treno da prendere al volo. I rossoneri venivano dalla dolorosissima cessione di Ricardo Kakà e dall’ancor più traumatico – considerati i modi e gli strascichi di polemiche –  addio di Paolo Maldini. Un massacro emotivo colmato da una plusvalenza da capogiro: 67 milioni di euro direttamente da Madrid per il campione verdeoro e nuovo progetto che riparte. Buona parte del gruzzolo viene investito proprio per Cissokho. Visite mediche effettuate, qualche intoppo dovuto a una pubalgia, la fiducia del giocatore che saluta tutti e dà appuntamento a dopo le vacanze. Poi il clamoroso colpo di scena: Cissokho al Milan non s’ha da fare. La pubalgia sarebbe in realtà solo la punta di un inquietante iceberg: un problema ai denti di non poco conto. Milan Lab emette il suo verdetto: il ragazzo soffrirebbe di una malocclusione, vale a dire un mancato allineamento tra la dentatura superiore e quella inferiore. Un problema che, a lungo andare, potrebbe comportare infortuni di natura muscolare e ossea. E per i rossoneri non è proprio il momento più florido per pensare di fronteggiare simili rischi. L’unica soluzione che sfornano da via Turati è quella di ritrattare i dettagli del’affare: non più 15 milioni cash e trasferimento a titolo definitivo, ma un prestito con diritto di riscatto in caso di guarigione completa da qui a 6 mesi e 4 milioni di sconto. E’ il Cisso-kaos: le perplessità non vengono affatto digerite né dal Porto, né dall’entourage del giocatore, né dal diretto interessato. Salta tutto, il Milan guarda altrove e si consola con l’arrivo di Klaas-Jan Huntelaar. Poi rivelatosi – quasi come se il karma avesse voluto applicare con spietatezza quella legge non scritta ma universalmente valida – un flop da scaricare appena 12 mesi dopo allo Schalke. Dove, da sei stagioni, segna gol a raffica in Bundesliga e in Europa.


“Se il Milan si interessasse noi non saremmo obbligati a ricambiare. Nel 2009 era già tutto fatto e loro si sono inventati dei problemi ai denti per far saltare il trasferimento. Il nome della mia famiglia si terrà sempre ben lontano da quel club”. Questa l’ultima traccia di uno sfogo risalente a tre anni fa, una pagina di calciomercato che non potrà mai dimenticare e che sfoglierà per sempre con amarezza. Oggi Cissokho ha 27 anni e, dopo le esperienze con le maglie di Lione (Coppa e Supercoppa in bacheca), Valencia, Liverpool e Aston Villa, ha deciso di tornare a casa. Lì dove è esploso e si è fatto conoscere dal grande pubblico. Al Do Dragao ha dato il meglio di sé, nell’impianto lusitano ha avuto l’onore di festeggiare i trionfi in Coppa di Francia e Supercoppa nel 2012. La voglia di rituffarsi nel passato ha avuto la meglio. Anzi, il passato è stato riazzannato, nel suo immediato futuro troverà tanti volti nuovi (Casillas e Osvaldo gli arrivi più freschi) con cui condividere gioie e dolori. E’ stata l’occasione ideale per sferrare un morso deciso e profondo alla voglia di tornare a sentirsi protagonista. E a chi non ha creduto in lui, sventolandogli sotto il naso una diagnosi medica errata che resterà uno degli sliding doors più singolari dell’ultimo decennio.


Foto: Porto on Twitter