Come sta la squadra prima di una partita così speciale?: “La squadra è bene, motivata. I Clásico sono partite combattute e lottate, anche molto divertenti. È una festa del calcio, e vogliamo fare bene davanti ai nostri tifosi”.
Chi è favorito?: “Non lo so. Dipende dalla dinamica della partita. È difficile scegliere un favorito a priori. Dipende da come si gestisce la pressione, i momenti della partita”.
Su cosa insisterà domani nel discorso alla squadra?: “In partite come questa non serve dire molto. L’idea è avere una strategia chiara e semplice. Non c’è bisogno di parlare tanto. Quando giocavo, mi preoccupavo molto, e Van Basten mi diceva: “Tranquillo, la strategia è chiara. Dammi il pallone.” E spesso funzionava”.
Come gestisce la pressione?: “La critiche non mi disturbano, capisco anche quando le cose vanno bene. Prima chiarisco le idee e poi le spiego ai giocatori. Mi piace anche sapere cosa pensano loro della strategia per ogni partita”.
Che consiglio darebbe a Mbappé per il suo primo Clásico?: “Niente di speciale. Sa perfettamente cosa fare, ha esperienza e ha giocato tante volte contro il Barça. È molto tranquillo e sereno nella preparazione della partita. Ha molta fiducia nelle sue qualità e credo che darà molto alla squadra”.
Cosa significa per lei l’abbraccio di Vinicius dopo la tripletta contro il Dortmund, secondo lei è un leader?: “Significa allenare uno dei migliori al mondo, un ragazzo ancora molto umile, che è cresciuto tanto. Credo senza dubbio che sarà il prossimo Pallone d’Oro. Non c’è un solo leader, ce ne sono molti. Vinicius può essere un leader, così come Valverde o Modric. I giovani possono dimostrarlo con la loro attitudine e impegno”.
Foto: sito real madrid