Carlo Ancelotti, ospite nella redazione de Il Mattino, ha rilasciato un'intervista interessante. Tanti temi toccati dall'allenatore del Napoli, reduce da una splendida notte europea contro il Paris Saint-Germain. Il tecnico però inizia parlando del suo approdo in azzurro: "Sinceramente non mi aspettavo di essere chiamato da De Laurentiis. Credevo che l'avventura di Sarri sarebbe continuata. Ero convinto che sarebbe stata la scelta giusta per me, dal progetto ai giocatori. De Laurentiis? E' vulcanico, generoso, con lui non si parla solo di calcio. Stare con lui e con la sua famiglia è un piacere ma a tresette vinco io, anche se a volte gli faccio credere che è più forte lui". Sulla mentalità della squadra in Europa: "Quando qualcosa non va, si cambia. Col mio staff avevamo deciso di non cambiare niente rispetto ad un anno fa quando ero in ferie perché mi avevano mandato via. E' cambiato solo l'interlocutore, è più facile preparare una strategia di gara quando un gruppo ti segue, se un gruppo non è convinto non la applica. Qualificazione? Il girone resta difficile. Occorre un'altra impresa. Ne abbiamo fatte due, ne occorre un'altra a casa nostra. La spinta dei tifosi è importante quando la squadra c'è, diventa un qualcosa in più. E la spinta ci sarà. Non dobbiamo pensare però che sia l'arma determinante, ma dobbiamo giocare come all'andata e poi dopo avere la spinta. Napoli poco quotato ad inizio anno? In estate si va dietro ai nomi. Nainggolan, Higuain, CR7, il Napoli invece Fabian sconosciuto, un portiere giovane e quindi la bilancia pende nei giudizi. Quando non si cambia però ci sono dei vantaggi, non è facile amalgamare i nuovi". Intanto Allan è stato convocato dal Brasile: "E' un premio, ci teneva molto. E' un giocatore importante, ha capacità agonistiche che trasmette a tutti senza pause. Mio figlio Davide? A volte mi chiama papà, ma anche mister per ironizzare. Se lo vedo allenatore? Sì. Sta facendo esperienza, ne ha già parecchia, come tutto lo staff anche se è giovane. L'ambiente è buono, a Castel Volturno siamo una famiglia, si va d'accordo con medici, fisioterapisti, si sorride, si discute, è un ambiente familiare. E non è semplice, a volte trovi delle aziende, sembri di stare in un'azienda, non una famiglia. Al Milan era una famiglia, dipende dal carattere di chi ci lavora". Su Insigne: "Sta facendo bene, segna con continuità, dimostrando maturità e si mette al servizio della squadra. E' un primo attore in Europa". Poi su Callejon: "Lo vedo come allenatore. Vede le cose chiaramente, ha conoscenza, parla al momento giusto perché per un tecnico non è importante parlare tanto, ma al tempo giusto". Foto: Napoli Twitter