ANDREA COSTA, UN GOL PER LE SPERANZE PARMA
07.01.2015 | 10:30
Minuto 11 di Parma-Fiorentina: sugli sviluppi di un calcio d’angolo Andrea Costa raccoglie la spizzata di Lucarelli, svettato all’altezza del primo palo, e schiaccia di testa in rete il gol dell’1-0. Quanto basta ai ducali per tornare ad assaporare il gusto della vittoria ad oltre due mesi di distanza. Un barlume di speranza in una stagione nata sotto i peggiori auspici, leggasi clamorosa esclusione dall’Europa League meritatamente conquistata, e proseguita ancora peggio. Sul campo, con l’ultimo posto in classifica (da ieri in coabitazione con il Cesena), ma anche nelle segrete stanze di Collecchio, dove si è consumata la fine dell’era Ghirardi. L’ormai ex patron ha ceduto sulla lunga distanza, alto il monte debitorio. Diverse scelte non hanno pagato, in primis la strategia di tesserare un numero imbarazzante di giocatori da smistare successivamente in club satelliti o amici. Il deferimento e la possibile penalizzazione hanno rappresentato l’anticamera del passaggio di proprietà, poi sancito ufficialmente nelle seconda decina del mese di dicembre. Sul punto ci soffermeremo brevemente in seguito.
Tornando al nostro personaggio del giorno, nato a Reggio Emilia l’1 febbraio del 1986, il trasferimento di Costa al Parma si è concretizzato lo scorso 27 agosto, nell’ambito dello scambio che ha portato Marco Marchionni alla Sampdoria. Stampa e tifosi inizialmente non hanno mancato di ricordargli le sue origini, data la storica rivalità con il sodalizio granata. Ma il versatile difensore, impiegabile sia al centro che sulla fascia sinistra, in sede di presentazione non ha fatto una grinza: “Mio padre è di Reggio Emilia, lo sono anch’io ma non credo che il campanilismo sia un problema. Sono venuto a Parma conscio di tutto ciò, sapevo dove sarei andato a giocare, con professionalità, e sono convinto della scelta, perché ritengo di essere arrivato in una società che può aiutarmi a migliorare ancora”.
Andando a ritroso, Andrea in carriera ha vestito anche le maglie di Samp, Reggina, Bologna e Reggiana. Esperienze tutte triennali eccezion fatta per la prima, quella nella squadra del cuore, tra le cui file si è formato come calciatore fino all’esordio in prima squadra, avvenuto in C1 nella stagione 2003-04. Sin qui sono 241 le presenze accumulate in totale dal mancino emiliano a livello professionistico, 103 quelle raggranellate in serie A. Non tutte da titolare per quanto Andrea, nel corso degli anni, abbia dimostrato ampiamente di meritare la categoria.
Al Parma lo lega un contratto valido fino al 2018, Donadoni nutre grande fiducia nei suoi confronti, ma è consapevole che il miracolo salvezza, quando mancano due giornate al giro di boa, dipenderà anche da altri fattori. Il nuovo corso targato Rezart Taçi sin qui ha portato in dote tre punti e un centrocampista, Andi Lila, albanese come il curioso patron che non vuole apparire al punto che ieri, in occasione della sfida con la Viola, si è recato sì al Tardini, ma non in tribuna d’onore. Niente flash e lustrini, meglio l’anonimato della tribuna est, unitamente ad un gruppo di amici. Riconosciuto da un tifoso che lo ha prontamente immortalato, la foto di Taçi – sciarpa gialloblu al collo – ha ben presto fatto il giro del web. Adesso però il petroliere è chiamato a dare risposte importanti in sede di campagna acquisti. Ha voluto che Pietro Leonardi restasse in sella, ma l’uomo mercato va supportato con mezzi adeguati. Tenendo presente che la squadra ha già dato un segnale di risveglio, complice la giornata storta della Fiorentina (a partire dal disastroso Mario Gomez). E lo ha fatto aggrappandosi agli elementi di maggior carattere, come Andrea Costa, l’autore del gol che, nelle speranze dei supporters crociati, deve rappresentare un nuovo inizio. Ora però va fatto il massimo per salvaguardare la serie A, un patrimonio che città e tifosi meritano di conservare.
Foto: zimbio.com