Antonio Candreva: l’ala che farà volare l’Inter
04.08.2016 | 10:08
Candidatura avanzata: l’Inter è ufficialmente l’anti Juve. Gli acquisti di Ansaldi ed Erkin per la difesa, il colpo Banega e il botto Candreva conferiscono alla banda Mancini, almeno sulla carta, un potenziale degno da secondo posto. L’esterno della nazionale italiana porta in dote un sacco pieno di note positive. Per esempio, la pax tra il Mancio e i mecenati di Suning è stata permessa proprio dall’investitura in nerazzurro dell’ormai ex stella biancoceleste. Certo, se questa armonia continuerà a regnare sovrana nel feudo della Pinetina, è presto per dirlo. Intanto, però, con Candreva, l’Inter piazza un colpo degno del suo stato dell’arte. I buoni uffici del ds Piero Ausilio hanno permesso al club meneghino di piazzare il sorpasso su Napoli e Roma, almeno al netto dell’aleatoria griglia di partenza della Serie A 2016/17. Grazie ai buoni uffici del ds, infatti, Roberto Mancini può contare su una stoffa assai pregiata, di qualità Beneamata. Chiamatela una trattativa da campioni: lunga e snervante, seppur a lieto fine. D’altronde, lo sanno tutti: a Lotito piace fare disperare coloro che si siedono al suo tavolo. Ad ogni modo, grazie a 22 milioni più 3 di bonus (pagabili in 4 anni), le due società hanno trovato l’accordo. Anche se, tra Inter e Antonio l’intesa non è mai mancata. Mancini dovrà essere un buon pilota, perché Candreva gli metterà le ali. Già: ali si diventa, mica si nasce. Jolly di Conte ad Euro 2016, ma prima giocatore quasi di passaggio: la nascita calcistica tra Udine e Livorno, poi la transizione alla Juventus seguita dal peregrinare da Parma a Cesena. Poi la fioritura, alla Lazio. Qui, sotto l’egida di Reja, Antonio diventa un giocatore completo. Calcia divinamente. Si sbatte. Lavoro, impegno e dedizione: mai una parola fuori posto. Un professionista serio, direbbero i più. Impara a fare tutta la fascia, avanti e indietro. E segna. 192 gettoni in biancoceleste, lustrate da 45 gol. Poi la Coppa Italia, quella del 2013. Storie da Lazio, insomma. Ma la storia, oggi, continuerà a Milano.
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