Antonio Conte, a Londra il solito film visto a Torino e a Milano
Antonio
Conte ha questa caratteristica: quando vince è merito suo, quando perde è colpa dei giocatori. La recente conferenza, dopo il pareggio in doppia rimonta da parte del
Southampton ultimo in classifica, è la fotocopia di quanto accaduto a Torino (sponda
Juve) e a Milano (sponda
Inter). Il solito film, basterebbe cambiare i nomi degli interpreti, degli attori protagonisti e delle comparse. Stavolta ha attaccato la professionalità dei giocatori, dichiarazioni gravissime che potrebbero lasciare il segno, come se quei calciatori non li avesse avallati in buona parte lui. Lasciamo perdere l’ingaggio da 17 milioni netti a stagione con risultati fin qui non soddisfacenti, bisognerebbe dedicarsi alla campagna acquisti al saldo di 160 milioni spesi dal suo arrivo prima della sessione di gennaio che ha portato a nuovi investimenti. Stendiamo un velo pietoso sulla vicenda
Richarlison, costato la bellezza di 60 milioni. Ai tempi della Juve più o meno l’allenatore fece la stessa cosa, se ne andò in piena estate perché non erano state rispettate alcune richieste. L’esperienza con l’Inter la ricordiamo: nella prima stagione (e anche nella seconda) non passò i gironi di Champions, la colpa era di
Sensi e
Barella che “
un anno fa giocavano con Sassuolo e Cagliari”. Ce n’è sempre una che mai dipende da lui. Possiamo dire che, in rapporto a quanto speso, la parentesi Conte-Tottenham sia stata fin qui molto deludente? Oppure è un reato? Oppure qualcuno si offende? Tanto, durante la prossima conferenza la musica non cambierà: la colpa sarà sempre di un altro tranne che la sua. “
Sono 20 anni che il Tottenham non vince”: certo, ma poi è arrivato lui e ha continuato a non vincere con il non trascurabile particolare di aver ulteriormente appesantito il bilancio. Foto: sito ufficiale Tottenham