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ANTONIO CONTE, ADDIO ALLA NAVE BIANCONERA

16.07.2014 | 10:46

“Grazie a tutti, è da tempo che pensavo alle dimissioni. Ufficializzo il mio addio dopo un percorso in cui ho maturato sensazioni chiare. Quando sei alla Juve, che vanta una tradizione di vittorie importante, può essere faticoso, ma chi dimostra di essere vincente, sopporta la fatica”.
I temporali estivi, si sa, sono molto più violenti di quelli che si abbattono durante la stagione invernale. La decisione che Antonio Conte ha comunicato al mondo del calcio poche ore fa è ben più di un semplice fulmine a ciel sereno: è un tornado che stravolge tutto l’ambiente juventino, giunto quando la preparazione in vista della prossima stagione era iniziata da appena due giorni. E pensare che meno di due mesi fa, esattamente il 19 maggio, la Vecchia Signora aveva allietato i tifosi della Juventus annunciando su Twitter che il tecnico pugliese sarebbe rimasto almeno fino al 2015. Una questione spinosa risolta intelligentemente appena dopo il termine di un’annata culminata con il terzo successo tricolore di fila. Un’impresa che, dal dopoguerra in poi, mai era riuscita nella storia bianconera.
Dal momento dell’ufficialità della permanenza di Conte a Torino, tuttavia, qualcosa si è incrinato. Le principali divergenze tra allenatore e società si riferiscono soprattutto alla gestione del mercato: negli ultimi due mesi sono circolati tantissimi nomi, la maggior parte dei quali altisonanti – in linea con le ambizioni di riscatto (e forse qualcosa in più) in campo europeo -, ma nessun affare è stato chiuso. La vicenda Vidal degli ultimi giorni, con il Manchester United pronto a fare follie per il centrocampista cileno, è stata l’ultima goccia che ha fatto maturare una decisione che il mister campione d’Italia covava già da un po’. 
Una separazione consensuale che davvero nessuno si aspettava. Fose nemmeno lui, Antonio Conte, che alla Juventus ha dato tanto e da cui ha avuto tanto. Sin da calciatore, quando, dopo sei anni passati a Lecce, dal 1991 al 2004 ha sposato la causa bianconera, contribuendo alla conquista di numerosissimi successi. 5 scudetti, 1 Coppa Italia, 4 Supercoppe italiane, 1 Coppa Uefa, 1 Champions League, 1 Coppa Intercontinentale, 1 Supercoppa europea e 1 Coppa Intertoto. 296 presenze – condite da 29 reti, non così poche per un centrocampista centrale – con la passione di voler sempre puntare al prossimo trofeo. Sorte avversa per quanto riguarda l’esperienza in Nazionale: sconfitta in finale a Usa ’94 contro il Brasile e contro la Francia – sempre nell’ultimo atto del torneo – agli Europei del 2000. 
La carriera da allenatore di Antonio Conte parte nella stagione 2005/2006 a Siena, come vice di Gigi De Canio. Qualità subito messe in mostra che gli valgono la panchina dell’Arezzo nella stagione successiva. E’ l’inizio della scalata vincente: pur non essendo riuscito in Toscana a salvare la squadra dall’incubo Lega Pro (si partiva da una penalizzazione di sei punti), nel dicembre del 2007 ecco il Bari, dopo le dimissioni di Giuseppe Materazzi. Un biennio culminato con la promozione in serie A l’8 maggio del 2009. Il 2 giugno Conte accetta in rinnovo annuale, ma dopo sole tre settimane la società e il tecnico rescindono il contratto per divergenze sul mercato (cara Juventus, non sei stata la prima: c’era un precedente importante…). Arriva così il momento dell’Atalanta, prima esperienza con una squadra di serie A. Un impatto nefasto, considerate le dimissioni nel gennaio del 2010. Poco male, nell’estate successiva il Siena lo richiama per affidargli le proprie speranze di risalita nella massima categoria. Un obiettivo centrato alla grande con tre giornate di anticipo. Un obiettivo che ribadirà la tenacia, la grinta e il carisma di un uomo meritevole di palcoscenici decisamente più prestigiosi. L’occasione irripetibile si chiama Juventus, il resto è storia recente: tre anni a Torino chiusi con tre scudetti e 2 Supercoppe italiane, record su record abbattuti (il più recente è quello dei 102 punti in campionato, meglio del Barcellona nel 2013 e del Real Madrid nel 2012). 
Ieri sera una storia d’amore vincente interrotta in modo brusco e certamente non all’altezza dei grandi successi ottenuti nelle ultime tre stagioni. Il successore, con ogni probabilità, sarà Massimiliano Allegri, un nome che non scalda gli affranti cuori dei supporters bianconeri (come testimoniato dai malumori manifestati attraverso i social network).
Intanto la nave juventina ha perso il proprio comandante: Conte saluta gettandosi dalla prua quando l’imbarcazione era già salpata. In pochi, però, potevano aspettarsi che, in una delle cabine interne, ci fosse nascosto Allegri, in attesa di prendere tra le proprie mani il timone più pesante dell’intera serie A…