Ascoli, i segreti di Pulcinelli: storia di una programmazione al contrario
23.05.2020 | 21:45
Massimo Pulcinelli, presidente dell’Ascoli dal 2018, parla come un libro stampato, come se avesse vinto trofei, conquistato promozioni e dato all’Ascoli la dimensione che meriterebbe. Esattamente il contrario. Ma siccome pensiamo che l’educazione sia la prima cosa, ci preme sottolineare quanto accaduto nelle ultime 24-36 ore. Giovedì sera, con grande delicatezza, ci eravamo permessi di scrivere che l’intenzione del suddetto Pulcinelli (tante parole, pochi fatti, troppi proclami al vento e molte incompiute)) sarebbe stata quella di cedere soltanto se avesse trovato interlocutori all’altezza. Una ricostruzione normalissima senza offendere o inventare chissà cosa. Bypassando situazioni di incontri magari avvenuti proprio per non alimentare polemiche o chissà cosa. Come reazione, non degna di un mondo civile, Pulcinelli ha invaso il suo profilo Instagram dandoci del “ridicolo” che è un modo poco garbato (eufemismo) da meritare eventuale attenzione in altre sedi. Un presidente che risponde così si giudica da solo, ripetiamo non è questa la sede. Contento della sua sfrenata irruzione social, che meriterà il giusto approfondimento, Pulcinelli farebbe bene a dedicare il suo tempo meditando sugli errori commessi. Figli di una programmazione inesistente, di continui salti nel buio, di risultati pessimi che hanno portato alla delusione dei tifosi (la classifica parla chiarissimo). La vicenda Stellone, ingaggiato e licenziato in poche settimane con possibili pendenze e code giudiziarie, è l’ultimo anello di contraddizioni striscianti, della serie “faccio tutto io, adesso vi insegno come funziona”. Aspettiamo un riscontro che sia figlio della programmazione. Se non conoscesse la parola programmazione, Pulcinelli farebbe bene a studiare la storia di Costantino Rozzi, l’Emblema per sempre di Ascoli, il suo garbo figlio di una civiltà assoluta. E anche un modo di sapersi porre con l’eleganza di chi dovrebbe dare l’esempio. Bene, se Pulcinelli studiasse Rozzi capirebbe come stare al mondo, come rispettare il prossimo, basterebbe il 20 per cento del mitico Costantino. E gli resterebbe sufficiente tempo per pensare a un club che sta come una barchetta in mezzo all’oceano, che non ha azzeccato una mossa e che meriterebbe – lo dice la storia – un presente migliore prima che un futuro luminoso. I segreti di Pulcinelli sono l’antitesi della programmazione, basterebbe un’ora di applicazione al giorno per capire come si fa, rispettando il prossimo. Magari non guardando per pudore la classifica, logica conseguenza di una proprietà distante anni luce dell’Ascoli che fu.