Ascoli, la storia di Maresca figlia dell’improvvisazione. Gli scenari
21.11.2017 | 18:00
C’era una volta l’Ascoli, grande piazza nel ricordo di Costantino Rozzi e oggi rappresentata da una tifoseria giustamente esigente. Soprattutto alla ricerca di programmi non figli dell’improvvisazione. Nella tarda mattinata il vice allenatore Maresca, vice sulla carta fino a prova contraria, avrebbe rassegnato le dimissioni come riportato alle ore 14.20 dal sito picenotime.it (le fonti sono sempre le fonti e andrebbero citate, come non è successo nelle vicende Ballardini al Genoa e Oddo all’Udinese). Bene, a distanza di quasi quattro ore è arrivato il comunicato ufficiale, nel frattempo l’Ascoli continuava a improvvisare. Già le operazioni estive di Giaretta e soci erano state un inno al “navighiamo a vista”: basti e avanzi la pessima gestione della vicenda Cacia, indipendentemente da chi avesse o meno ragione. Noi pensiamo che oggi per fare bene non si possa prescindere da una struttura societaria all’altezza e da un direttore sportivo molto attento e competente. Ora la situazione è difficile, l’infortunio di Favilli l‘ha complicata, ma la domanda è: chi ha scelto Maresca pensando che potesse essere la panacea dell’Ascoli? E come la mettiamo ora che bisogna presto tornare in campo, sabato arriva la Cremonese, ci sarà il disperato tentativo di ingaggiare un allenatore entro la giornata di domani. Cosmi è più di un’idea, ci sarà un incontro e se riusciranno a convincerlo verrà risolto il contratto che lo lega ancora oggi al Trapani. Ma quando un minimo di programmazione con scelte e uomini all’altezza della serie B?