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Ave Cesare, azzurro è nobiltà

29.06.2012 | 10:05

Ave Cesare (Prandelli): ci hai fatto tornare la voglia, il desiderio di tifare Italia. Non che prima fosse un azzurro sbiadito, ma avevamo davvero necessità di riabilitarci. E di vivere una notte come quella di ieri: la Germania ci ha visto, s’è impaurita dopo aver pensato che per la legge dei grandi numeri… Macché, li abbiamo guardati negli occhi e loro sono stati i primi ad abbassare lo sguardo. Chiaro segnale di resa, senza se e senza ma.

Ave Cesare, ci hai confermato che non siamo soltanto quelli del calcio all’italiana, del contropiede e del catenaccio. Tu hai messo nel pentolone gli ingredienti giusti: salmone Cassano, peperoncino Balotelli, caviale Pirlo, torrone De Rossi (durissimo per i nostri amici tedeschi, si sono spaccati i denti), prelibatezze made in Buffon. Si potrebbe continuare, ma è forse più giusto fermarsi: quegli ingredienti sono serviti per cucinare la Germania, a puntino. Ce la siamo mangiata.

Ave Cesare, tu sai che noi abbiamo sempre bisogno di qualcosa per dare il massimo. Calciopoli prima di Germania 2006, il filone delle scommesse mentre stavate salendo sul pullman per andare in aeroporto, destinazione Ucraina e Polonia. I veleni, gli scandali e i pettegolezzi spesso ci aiutano a dare il massimo. Ma il resto lo hai messo sicuramente tu, cementando il gruppo senza accontentarti di una sana vita da spogliatoio. Gli schemi su misura, una qualità che è cresciuta strada facendo. A conferma che era tutto scritto, calcolato, programmato.

Ave Cesare, non curarti delle voci di mercato che ti riguarderanno. Noi siamo bravi anche in questo: dovevi addirittura superare la prima fase che già si rincorrevano presunte proiezioni su un tuo possibile-probabile ritorno in un club. Così, senza mezzo indizio, perché siamo fatti così: popolo di poeti, navigatori e molto spesso (purtroppo) inventori.

Ave Cesare, ora ti chiudiamo l’ultima cortesia: metti gli stessi ingredienti e manda velocemente la Spagna sul carro dei tedeschi. Il carro dei perdenti.

Ave Cesare, azzurro è nobiltà.