B-landia: Avellino, Brescia e Pescara. Imparare e voltare pagina

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Ci attendono ancora play-off e play-out, la regular season ha già offerto una marea di emozioni, brividi, colpi di scena, un elevatissimo equilibrio, probabilmente perfino superiore rispetto agli standard che da sempre caratterizzano il torneo cadetto.



In particolare la zona retrocessione ha coinvolto una decina di squadre e fino all'ultimo respiro la situazione generale poteva essere radicalmente rivoluzionata. Questa stagione dovrebbe aver insegnato molto, numerose tifoserie se lo augurano con tutto il cuore. A prescindere dalla caratura degli avversari, dagli incidenti di percorso anche in termini di infortuni e dalla storica difficoltà del torneo cadetto, è indubbio che alcune compagini si siano complicate da sole la vita, rischiando di sprofondare in terza serie.

Il Novara è rimasto per troppo tempo in posizioni delicate, l'arrivo di mister Di Carlo ha dato la sensazione di aver fatto voltare pagina all'intero ambiente, l'acquisto invernale di Puscas ha avuto un impatto devastante in termini realizzativi, ma con il passare delle giornate sono prevalse le incertezze e le carenze di un organico progressivamente depauperato. Non mancano i giovani talenti, come del resto nemmeno i veterani della categoria, o perfino elementi potenzialmente in grado di potersela giocare nella massima serie. Almeno sulla carta, in campo però certi valori sono emersi soltanto a sprazzi. La sconfitta casalinga con l'Entella è stata l'emblema di un'annata nella quale ogni componente non si è rivelata all'altezza delle aspettative.



Piazze del calibro di Avellino, Brescia e Pescara hanno seriamente corso il rischio di non mantenere la categoria, in certi casi un obiettivo minimo, in altri un traguardo dato per scontato avendo ambizioni di promozione. Gli irpini hanno dovuto attendere l'ultima giornata per festeggiare la salvezza, sono serviti i 3 punti sul campo della retrocessa Ternana per evitare il peggio. I goal del veterano Castaldo sono arrivati nel momento più delicato della stagione, il timbro di uno degli elementi più rappresentativi, mai venuto a mancare quando il gioco si fa più duro. Mister Novellino aveva svolto un buon lavoro, rappresentava un segno di continuità a quanto di buono portato a termine la scorsa annata, ad un certo punto alcune decisioni e determinati incidenti di percorso hanno però reso in salita il cammino dei Lupi. Sicuramente la chiarezza negli obiettivi a tutti i livelli faciliterebbe la convivenza tra le varie componenti.

Le Rondinelle non hanno dimenticato l'incubo retrocessione materializzatosi soltanto un paio di stagioni fa, alla fine sono riuscite a togliersi dalla mischia strappando un punto fondamentale ad Ascoli. Qui la chiarezza e la compattezza sono spesso venute a mancare, una lista di esoneri quasi mai vista, un organico con alcuni gioielli del vivaio da mettere in mostra e la bandiera Caracciolo sempre pronta a togliere le castagne dal fuoco. Non basta per vivere una stagione serena, nella quale cullare ambizioni superiori. La guida tecnica necessita di tranquillità e fiducia da dimostrare con i fatti, occorrono alcuni acquisti di peso in ogni reparto per provare ad alzare l'asticella.



Durante la gestione Zeman la presidenza aveva definito un “fallimento” l'eventuale mancato raggiungimento dei play.off. Il Delfino ha avuto un rendimento talmente deludente da doversi conquistare la salvezza all'ultimo turno, affidandosi ad un tecnico esperto come Pillon che ha dovuto fare di necessità virtù. Anche in questo caso risulterà fondamentale resettare, confrontarsi e comprendere davvero dove potrà ambire il Pescara, evitando passi falsi a livello societario e ambientale. Sul mercato saranno richieste competenza, oculatezza e fiato per gli affari, puntando sui giovani e non scordando elementi esperti di categoria, non però sul finire della carriera, utili nel guidare la linea verde nei periodi più bui.

Diego Anelli Direttore www.sampdorianews.net