Un anno e mezzo al Villarreal per un difensore centrale è l’ideale trampolino verso le big di Premier. Nel gennaio del 2015 era toccato a Gabriel Paulista, trasferitosi all’Arsenal per circa 20 milioni di euro, e per rimpiazzare il brasiliano il Sottomarino Giallo aveva prelevato Eric Bailly dall’Espanyol per 7,5 milioni. Ieri è stato proprio il marcantonio ivoriano a ripercorrere il tragitto sull’asse Spagna-Inghilterra, con plusvalenza ancor maggiore per la società del presidente Roig, nelle cui casse il Manchester United si è impegnato a versare una cifra oscillante fra i 35 e i 40 milioni di euro, bonus compresi. Un’operazione definita da giorni (il 4 giugno Cadena Ser l’aveva data alle firme, quindi di fatto conclusa), cui adesso sono stati conferiti anche i crismi dell’ufficialità. Contratto quadriennale, con opzione per due ulteriori stagioni, per il primo colpo del nuovo corso targato José Mourinho, che ha accolto così il nuovo pilastro della Linea Maginot: “Bailly è un talento naturale, è migliorato molto negli ultimi tempi ed ha tutte le carte in regola per diventare uno dei migliori interpreti in assoluto nel suo ruolo. Non vedo l'ora di lavorare con lui, l’obiettivo è affinare ulteriormente le sue qualità così da massimizzarne il potenziale. Eric è arrivato nel club giusto per continuare a crescere”. E se lo Special One si è lasciato trasportare dall’entusiasmo per il nuovo pupillo entrato nelle sue grazie, figuratevi il diretto interessato: “Sono davvero felice di essermi legato al più grande club del mondo, per me è un sogno che si avvera. Da sempre speravo di misurarmi in Premier League, quando mi è stato detto del Manchester United non ci ho pensato due volte. È un qualcosa di speciale essere la prima firma di un manager del calibro di José Mourinho, sono orgoglioso e farò di tutto per ripagare la sua fiducia”, queste le prime parole proferite da Bailly alla tv dei Red Devils.
Ma adesso scopriamo meglio il nostro protagonista quotidiano. Eric Bertrand Bailly nasce a Bingerville, alle porte di Abidjan (la capitale economica della Costa d’Avorio), il 12 aprile del 1994, e inizia a prendere a calci il pallone nei campetti di Koumassi Sicogi, il suo quartiere. A 17 anni, segnatamente nel dicembre del 2011, entra nella cantera dell’Espanyol, nell’autunno del 2012 - quindi dopo il compimento della maggiore età - riceve il permesso di lavoro e così il secondo club di Barcellona inizia a fargli mettere minuti nelle gambe. Fino alla stagione 2013-14 soltanto apparizioni (una ventina) nella filial, in Segunda B, mentre il 5 ottobre del 2014 arriva il debutto in prima squadra, in occasione della vittoria casalinga contro la Real Sociedad. Altre 4 partite, stavolta da titolare, prima del già citato trasferimento tra le file del Villarreal, indossando la cui maglia in diciotto mesi mette a referto 47 presenze (con 1 gol e 1 assist all’attivo) nelle varie competizioni, Europa League compresa. E non è tutto, perché grazie al Submarino Amarillo Bailly conquista la Nazionale ivoriana (14 gettoni sin qui) e con Les Elephants vince - da titolare - la Coppa d’Africa 2015. Adesso nel futuro del prestante marcatore c’è il campionato più affascinante del mondo: ambientarsi potrebbe non essere una passeggiata, ma sulla carta Eric è munito della necessaria fisicità (187 cm) mista a rapidità (77 kg) per imporsi anche in Premier League. I tifosi dello United sui social l’hanno accolto bene, nell’ottica del generale ottimismo che regna sulla bontà del nuovo corso. Anche perché, diciamoci la verità, a Mou non dovrebbe riuscire difficile fare meglio di Van Gaal. Sulla valutazione potrebbe essere mossa qualche obiezione, ma va detto che di centrali difensivi di valore sul mercato ce ne sono pochi e, data la penuria assoluta di specialisti, le quotazioni dei giovani in rampa di lancio schizzano inevitabilmente alle stelle. In attesa dei riscontri sul rettangolo verde dell'Old Trafford, per Bobby Charlton semplicemente "The theatre of dreams". Il teatro dei sogni.
Foto: Twitter Manchester United