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Baroni e Pecchia, gli errori non sono soltanto tattici. In serie A…

20.09.2017 | 00:20

Marco Baroni e Fabio Pecchia: i rispettivi presidenti di Benevento e Verona possono difenderli quanto vogliono, sono loro i padroni del vapore, e magari tenerli per tutta la stagione. Ci mancherebbe, ognuno decide in base alle convinzioni che ha. A maggior ragione se si tratta dei datori di lavoro. Noi non possiamo che fare il nostro lavoro, in piena libertà e autonomia, pur sapendo che qualsiasi giudizio è opinabile. Il problema di Benevento e Verona non è esclusivamente tattico, pur ammettendo che molte cose non hanno funzionato. Il problema è anche costituito da una spocchia nel difendere certe idee che non ha motivo di esistere, come se avessero inventato loro il calcio. Pecchia si è presentato rinunciando a Pazzini, concedendogli spezzoni, ovvero sbattendo la porta all’unico calciatore di quell’organico che – dal nostro punto di vista – dovrebbe essere titolare anche se avesse la febbre a 39. E per difendere quella scelta, sbagliando quindi altre due volte, Pecchia è andato avanti escludendo Pazzini, come se fosse una cosa personale. Passiamo a Baroni: l’impresa promozione nessuno la toglierà del suo palmares, resterà per sempre. Ma con i suoi atteggiamenti ha condizionato il mercato e ha presentato una squadra a Napoli mentalmente a pezzi. Certo, bisognava sfidare uno dei migliori interpreti europei dell’ultimo periodo, ma ci sarebbero modi e modi. E Baroni ha mandato la squadra allo sbaraglio, senza quel minimo di preparazione psicologica che qualsiasi allenatore dovrebbe trasmettere. E questi sono errori gravi che in serie A si pagano tre volte in più.

 

Foto: zimbio