È Guillermo Barros Schelotto l’ultimo coniglio uscito dal cilindro di Maurizio Zamparini, uno dei personaggi per eccellenza del nostro calcio. Un presidente che non smetterà mai di stupire. Non è corretto però dire che, con il definitivo allontanamento di Davide Ballardini, EmmeZeta abbia confermato la sua fama di mangia allenatori. Perché è vero che nel tardo pomeriggio dell’Epifania, dopo la sconfitta interna con la Fiorentina, il vulcanico patron rosanero aveva esonerato il tecnico e richiamato Iachini, prima che il ritorno del bravo Beppe sfumasse per divergenze sul mercato. Ma è anche vero che tre giorni fa Ballardini, rimasto temporaneamente in sella da sfiduciato, è stato esonerato direttamente dallo spogliatoio, così espressosi per bocca del capitano Sorrentino (che aveva avuto un pesante screzio col mister nei giorni precedenti) nel vittorioso dopo partita di Verona: “Ho 36 anni, mai però mi era capitata una cosa del genere. Abbiamo giocato da soli e abbiamo vinto senza allenatore, senza aver preparato una partita da sei punti, non da tre. Ballardini, che ha insinuato dubbi sulla professionalità di questo gruppo, non ci ha rivolto una parola prima, durante e dopo la partita. Chiunque verrà dopo di lui potrà contare su degli uomini veri”. A quel punto il massimo dirigente, dopo averci riprovato con Iachini per andare sul sicuro, ha preso la clamorosa decisione di affidare la panchina al rampante 42enne argentino, che si era congedato dal Lanus dopo un proficuo triennio, impreziosito dal sorprendente trionfo in Copa Sudamericana nel 2013. Un coup de théâtre, una svolta a sorpresa che vi abbiamo anticipato, nel silenzio generale e con dovizia di particolari, nel pomeriggio di due giorni fa, un’ora prima dell’annuncio arrivato direttamente per bocca del presidente. Barros Schelotto, storica bandiera del Boca da calciatore, verrà coadiuvato da Fabio Viviani, già organico allo staff tecnico, che avrà un ruolo importante nell’instradare Guillermo, alla sua prima avventura fuori dai confini nazionali. La scelta di tale profilo ha destato qualche perplessità all’ombra del Monte Pellegrino, considerato il fatto che già è difficile di per sé salire su un treno in corsa, a maggior ragione quando non si conosce una realtà complicata come l’Italia, dove il tatticismo impera sovrano. Le parole proferite al riguardo dal numero uno di Viale del Fante sono state però abbastanza eloquenti: “Un rischio? Era molto più rischioso rimanere come eravamo e i fatti lo dimostreranno. Per venire qui Schelotto ha detto no alla Nazionale del Paraguay che gli offriva un ingaggio doppio. È ambizioso perché punta al Chelsea, al Real Madrid e al Manchester United e io gli auguro di raggiungere in futuro questi obiettivi. Un mese fa avevamo raggiunto un accordo per giugno, quando sarebbero scaduti i contratti di Iachini e Ballardini, era una grande chance che dovevo cogliere”. Sarebbe arrivato comunque, vedremo se la scelta di anticipare pagherà.
Ma adesso cerchiamo di conoscere meglio il nuovo responsabile della guida tecnica rosanero. La sua carriera di allenatore si ferma a quanto vi abbiamo già riferito, ossia all’esperienza alla guida del Lanus, la compagine della città che ha dato i natali a Diego Armando Maradona. Dal punto di vista squisitamente tattico, El Mellizo (il gemello, di Gustavo, anch’egli ex Boca), reputato in Sudamerica tra i profili più interessanti a livello generale, un vero e proprio predestinato, ha sin qui mostrato una chiara predilezione per il 4-3-3. Resta da capire se cercherà subito di imporre il suo credo (tale modulo non sembra molto confacente a Franco Vazquez, per distacco l’elemento più talentuoso del Palermo), oppure opterà per un più consigliabile approccio graduale. Venendo invece agli importanti trascorsi con la scarpette chiodate ai piedi, il nome di Guillermo, nato a La Plata il 4 maggio del 1973, avrà di certo fatto accendere una lampadina nella testa dei tanti appassionati di lungo corso. Già, perché l’ex attaccante esterno all’ombra de La Bombonera era un’autentica istituzione: inevitabile posto è stato il calciatore che ha vinto di più con il Boca Juniors (16 trofei tra il 1997 e il 2007, comprese 2 Coppe Intercontinentali e ben 4 Coppe Libertadores), oltre ad essere il quarto giocatore argentino più titolato di tutti i tempi, preceduto soltanto da Messi, Cambiasso e Alfredo Di Stefano. Per quanto riguarda il periodo della formazione giovanile, Barros Schelotto è cresciuto nel Gimnasia La Plata, il club della sua città, indossando la cui maglia prima (1991-97) si è imposto nel grande calcio e poi, dopo la decennale epopea al Boca Juniors e un brillante triennio negli Stati Uniti tra le file del Columbus Crew, ha chiuso la carriera nel 2011, l’anno dopo era già in panchina. Il suo score definitivo da calciatore parla di 176 gol in 622 gare ufficiali disputate, 10 le presenze raggranellate con la camiseta albiceleste della Nazionale. Entro venerdì l’allenatore sarà in Italia, domenica assisterà dalla tribuna di Marassi a Genoa-Palermo, dopodiché prenderà a tutti gli effetti le redini della squadra. Palermo è una piazza bellissima e appassionata, nel calore del “Renzo Barbera” Guillermo Barros Schelotto potrà ritrovare un bel po’ di Argentina. Con la giusta pazienza e l’appoggio che si deve a un tecnico atteso al banco di prova più significativo, la Serie A.
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