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BENATIA E L’ITALIA RITROVATA, IL BIANCONERO NEL DESTINO

15.07.2016 | 09:00

Benatia e la Juventus: una storia che parte da lontano, non concretizzatasi nelle scorse sessioni di mercato ma adesso giunta al traguardo, con l’ufficialità attesa per oggi dopo che ieri Medhi (questa e non Mehdi la versione corretta del nome, stando ai suoi canali ufficiali social) ha sostenuto le visite mediche con esito positivo, come evintosi dal comunicato diffuso nel pomeriggio – con tanto di punto esclamativo – dalla Vecchia Signora. Con il trascorrere delle settimane il Bayern Monaco, dove il centrale non si è certo confermato sui livelli di Roma e Udine, si è progressivamente ammorbidito. Non c’erano margini per un trasferimento a titolo definitivo, men che meno sulla base della prima valutazione data al ragazzo dai bavaresi (vicina ai 25 milioni di euro). A quelle condizioni la Juve aveva salutato cordialmente Rummenigge e soci, indotti a più miti consigli dal fatto che il difensore aveva scelto da tempo di vestire il bianconero, nessun inserimento last-minute. Oltretutto per il nuovo tecnico Carlo Ancelotti il 29enne specialista, che a Torino fungerà da prima alternativa alla BBC (Barzagli-Bonucci-Chiellini) di Max Allegri, non rappresentava certo un intoccabile. Questa l’esegesi dell’operazione, la terza in entrata dei campioni d’Italia dopo i colpi Pjanic e Dani Alves. Adesso andiamo a ripercorrere le tappe più significative del percorso compiuto sin qui dal nostro personaggio del giorno.

Mehdi Amine Benatia El Moutaqui nasce in Francia – a Courcouronnes – il 17 aprile del 1987, da padre marocchino. Non a caso dal 2003, dopo aver ottenuto anche il passaporto del Marocco, difende i colori della Nazionale africana. A livello giovanile muove i primissimi passi nei vivai di Evry, Brétigny-sur-Orge e Creteil, prima di approdare nel prestigioso Istituto Nazionale di Calcio di Clairefontaine. Ma il girovagare del baby Benatia non finisce qui, perché nel 2002 passa anche dal Guingamp mentre l’anno successivo entra a far parte del settore giovanile dell’Olympique Marsiglia, con cui completa la sua formazione. Tra le file dell’OM però non riesce ad emergere, accumulando appena 12 presenze nel biennio 2004-06 nella squadra B, e così il club della Provenza lo gira in prestito in cadetteria prima al Tours (esperienza proficua, chiusa con 29 apparizioni) e poi al Lorient, con cui però non riesce a scendere in campo a causa di un infortunio al ginocchio che, di fatto, gli fa saltare l’intera stagione. Nell’estate del 2008 il prestante specialista (190 cm per 92 kg) saluta definitivamente Marsiglia e accetta l’offerta del Clermont. I tentacoli del miglior settore scouting d’Italia, quello dell’Udinese ovviamente, si allungano senza difficoltà anche in Ligue 2 e così il club friulano nel gennaio del 2010 acquista Medhi per 500mila euro, lasciandogli però completare la stagione con il Clermont, dove frattanto si era imposto come uno dei centrali più affidabili. Il resto è storia nota: il 23enne Benatia non soffre minimamente l’impatto con la Serie A, si guadagna immediatamente una maglia da titolare in bianconero e spicca per personalità e pulizia negli interventi. Roccioso in marcatura, puntuale negli anticipi ed efficacissimo nel gioco aereo. In tre annate mette a referto – coppe comprese – 7 gol in 97 presenze e nel 2013 la famiglia Pozzo piazza la rituale plusvalenza: il difensore si trasferisce alla Roma per 13,5 milioni di euro più le comproprietà di Nico Lopez e Verre, valutate rispettivamente 1 e 2,5 milioni di euro. Nell’unica stagione di militanza all’ombra del Cupolone, Medhi si consacra definitivamente: prestazioni da urlo inanellate in serie, alla fine lo score parla di 37 presenze e 5 reti, e l’ulteriore cambio di maglia è inevitabile. Tra le schermaglie con il procuratore e il fatto che Sabatini si lascia ingolosire dalla plusvalenza lampo, Benatia il 27 agosto del 2014 diventa un giocatore del Bayern Monaco, che per assicurarsi il diritto alle sue prestazioni sportive sborsa ben 26 milioni di euro più altri 4 a titolo di bonus. L’avventura in Baviera, alla corte di Guardiola, si rivela come detto un mezzo flop, complice anche diversi guai fisici che hanno tormentato il nostro protagonista quotidiano, impiegato per 46 volte (36 da titolare) nelle varie competizioni in due anni, chiusi con 3 segnature all’attivo e i primi – e sinora unici – successi della carriera: 2 Meisterschale (trofeo assegnato alla squadra vincitrice in Bundesliga) e 1 Coppa di Germania. Adesso il ritorno in Italia dalla porta principale, dopo Udine un’altra casacca bianconera nel destino: per Benatia la Juve era un treno da prendere al volo.

Foto: Twitter Juventus