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Berlusconi, Galliani e l’ultima notte di Milan: la fine di un’era

13.04.2017 | 00:25

Il condizionale in materia è d’obbligo, ma questa dovrebbe davvero essere l’ultima notte del Milan targato Silvio Berlusconi. Dopo una serie continua di rinvii, accordati a suon di caparre, per la mattinata di oggi è infatti previsto il famigerato closing. Ben 251 giorni dopo il preliminare sottoscritto lo scorso 5 agosto, Yonghong Li, dopo mille peripezie, sta per prendersi definitivamente il club rossonero anche grazie all’apporto del fondo statunitense Elliott, decisivo ai fini del reperimento dei 370 milioni rimanenti per la conclusione dell’affare.

Per il Milan e il calcio italiano tutto si tratta della fine di un’epoca, iniziata il 20 febbraio del 1986, quando l’ex Cav rilevò in tribunale da Giussy Farina una società derelitta per catapultarla quasi subito nell’Olimpo dei più grandi. Un’era nel complesso ricchissima di successi, parzialmente offuscata dalle cinque stagioni precedenti (le ultime tre conclusesi con la mancata qualificazione alle Coppe europee). Ma quest’anno, con la Supercoppa italiana levata al cielo di Doha, il Diavolo è tornato a rimpolpare la bacheca, portando a 29 il numero totale di trofei conquistati con al timone l’oggi 80enne Berlusconi, il presidente più vincente della storia insieme al mitico madridista Santiago Bernabeu. Questo il palmarès della gestione uscente: 8 scudetti7 Supercoppe italiane1 Coppa Italia5 Coppe dei Campioni-Champions League2 Coppe Intercontinentali1 Mondiale per Club e 5 Supercoppe Uefa. Un numero esorbitante, che ha consentito per un periodo al Milan anche di presentarsi come club più titolato al mondo.

Cinque i calciatori che hanno levato al cielo il Pallone d’Oro ai tempi della loro militanza sulle rive rossonere del Navigli: Marco Van Basten (vittorioso in tre occasioni), Ruud GullitGeorge WeahAndriy Shevchenko e Ricardo Kakà. Riconoscimento che, con il senno di prima, avrebbero meritato anche due monumenti difensivi di respiro planetario quali Franco Baresi Paolo Maldini. Per quanto riguarda gli allenatori, Arrigo SacchiFabio Capello e Carlo Ancelotti quelli che hanno lasciato le tracce più indelebili, ma una menzione la meritano anche Alberto Zaccheroni, Massimiliano Allegri e – appunto – l’attuale tecnico Vincenzo Montella. Nel Milan grandi firme di questi 31 anni due sono stati i comuni denominatori, il patron e Adriano Galliani, che Silvio volle con sé un mese dopo il suo insediamento, come amministratore delegato. Carica che il 72enne manager ha ricoperto senza soluzione di continuità, abbinandola a quella di vicepresidente vicario. Qualche screzio – anche pesante – con Lady B, al secolo Barbara Berlusconi, negli anni scorsi, ma poi ricomposto in nome del Milan. La speranza, per i supporters milanisti, è che la nuova proprietà possa riportare il club ai fasti di un tempo. Molto presto la palla passerà a Fassone e Mirabelli.