BERNAT, UN PALLINO DI RAFA

Nascere, crescere e giocare nella massima serie con la propria squadra del cuore è il sogno di ogni ragazzino che desidera diventare calciatore. E' così anche per Juan Bernat, esterno basso o alto del Valencia, nato a Cullera, paese di ventimila anime situato nella comunità autonoma valenciana, per cui i blanquinegros sono stati sempre un pezzo di vita.  Non è un caso, inoltre, che il ragazzo appena ventunenne, li ha compiuti lo scorso primo marzo, abbia scelto di indossare la maglia col numero di uno degli idoli del Mestalla del primo decennio del millennio: Vicente, a proposito di ali, che sulle spalle portava il 14. Uno di quei calciatori che il piccolo Juan ammirava nel Valencia finalista sfortunato di Champions League giudato dall’hombre vertical Cuper e in quello successivo, invece vincente, gestito da Rafa Benitez. Il quale è uno dei più attenti osservatori a livello internazionale - e ce ne sono molti, dallo United al Bayern, passando per il Barcellona - di questo ragazzo che sa fare della propulsione e della discesa sulla fascia le sue armi migliori. Nel Valencia entra da bambino, facendo tutta la classica trafila delle giovanili finchè, nel 2011, inizia ad affacciarsi nella squadra riserve, il cosiddetto Valencia Mestalla, contribuendo alla promozione della compagine nella Segunda División B. E’ sempre questo l’anno decisivo per il suo approdo nel calcio professionistico: all’inizio della stagione 2011-2012, infatti, Bernat arriva in prima squadra senza passare dal Valencia B e, il 27 agosto, esordisce a 18 anni in una gara in cui i blanquinegros superano la Real Sociedad per 4-3. In quella stagione sommerà 7 presenze in campionato e avrà l’opportunità di assaggiare sia i terreni internazionali, esordendo in Europa League, sia il fascino della Coppa del Re, nella quale diviene immediatamente protagonista: segna infatti una delle tre reti con cui il Valencia, il 26 gennaio 2012, annichilisce non un avversario qualunque ma il Levante, in quello che è il derby della terza città spagnola più popolosa di Spagna dopo Madrid e Barcellona. Nel frattempo, era però accaduto un fatto importante per la sua carriera: Bernat, che ha seguito tutta la trafila anche a livello di nazionali giovanili arrivando fino all’Under 21, è stato convocato per i mondiali Under 20 disputati in Turchia lo scorso anno. Titolare della squadra allenata da Julen Lopetegui, ex portiere anche di Real Madrid e Barcellona, Bernat inizia qui ad essere adattato come esterno basso, in un torneo che ricorderà con piacere solo per questo motivo: la sua Spagna, infatti, verrà eliminata nei supplementari dei quarti di finale giocati contro l’Uruguay da un gol dell’attuale attaccante della Ternana, Felipe Avenatti, che sfrutterà tutte le sue doti atletiche per segnare, sovrastando il “piccolo” terzino spagnolo. Bernat, infatti, ha una fisicità simile a quella di Jordi Alba, che tra l’altro proprio da Valencia ha spiccato il volo per tornare nel Barcellona: è alto poco più di 1,70 cm. Questo però, non crea di certo problemi ai potenziali acquirenti del giocatore, che sanno bene come le sue qualità e la sua duttilità sulla fascia sinistra possano fornire soluzioni importanti. Il suo contratto scadrà il 30 giugno 2015: non dovessero esserci novità a breve, diventerebbe complicato per il Valencia tenere un giocatore che potrebbe poi accordarsi, pochi mesi dopo, con un’altra squadra. Si farà sedurre dalle sirene internazionali o rinnoverà con la squadra di cui è tifoso? Tra portafoglio e cuore, c’è tutta la distanza del mondo.