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BIG ROM E L’INTER: DUE ANNI DI FATTI

08.08.2021 | 13:03

L’Inter si prepara a salutare Romelu Lukaku. L’artefice, il grande protagonista, insieme a Conte, del ritorno al successo dei nerazzurri, con lo Scudetto arrivato dopo 11 anni, saluta e tornerà al Chelsea a suon di milioni, 115 per l’esattezza.

Un addio che certamente sarà doloroso per la compagine nerazzurra, con i tifosi che hanno contestato la proprietà cinese di Zhang, che rischia un ridimensionamento dopo la cessione anche di Hakimi e l’addio del condottiero Conte che da un paio di mesi ormai ha lasciato, sostituito da Simone Inzaghi.

Lukaku è stato il volto del successo dell’Inter in questi due anni. Arrivato nell’estate 2019 quasi deriso, visto da molti come non un campione, un attaccante buono ma che non avrebbe fatto quella differenza che tutti chiedevano. In effetti, i numeri in Premier e in Europa del belga non erano esaltanti.

Con il Manchester United 43 gol in 95 partite dal 2017 al 2019. Con l’Everton 4 anni dove aveva segnato 87 gol in 166 presenze, prima ancora, giovanissimo però, 17 reti al Chelsea in due anni.

All’Inter insomma arrivava in quella estate 2019 un attaccante che ancora non aveva espresso il suo reale potenziale, spesso veniva anche insultato che fosse addirittura sovrappeso. La voglia di rivalsa di Big Rom, insieme al lavoro certosino di Conte, insieme ancora ad un compagno di attacco che si sposava alla perfezione alle sue caratteristiche, hanno fatto sì che Lukaku sia diventato un fattore non indifferente.

D’altronde, 64 gol in 95 partite con l’Inter, di cui 47 in 72 di Serie A, sono una media realizzativa devastante, che solo in pochi in Italia in questi anni hanno saputo tenere, come Cristiano Ronaldo e Immobile.

Pur non vincendo mai la classifica capocannonieri, Lukaku spesso è stato dominante nell’Inter, in particolare in questa stagione conclusasi con lo Scudetto. La sfida con Ronaldo poi e soprattutto Ibra, è stata una dei temi della Serie A di quest’anno, come il diverbio social con lo svedese, su chi fosse il Re di Milano, sfociato anche nel diverbio in campo tra i due in Coppa Italia.

Conte ha costruito sulle possenti spalle del belga le fortune della sua Inter, che spesso infatti basava in Lukaku il suo gioco, con lanci lunghi che vedevano il giocatore difendere palla, fare sportellate con i difensori rivali, ma Lukaku era anche devastante in campo aperto, un toro scatenato, imprendibile una volta lanciata la sua enorme mole nello spazio. Un vero incubo per tante difese. Aggiungendoci anche che segnava in qualsiasi modo ed era infallibile su rigore, Lukaku ha davvero messo a referto due anni quasi perfetti in casa nerazzurra.

Uno scudetto, come detto, vinto da assoluto protagonista, tanto da guadagnarsi con merito il titolo di MVP della scorsa Serie A. L’unico cruccio, per lui e per lo stesso Conte, è stata l’avventura Europea, anche questa decisa da Lukaku, stavolta in negativo. Ricordiamo lo sfortunato autogol in quella finale di Europa League con il Siviglia di un anno fa, con il gol davanti al portiere fallito qualche istante prima. Forse l’unico grande neo dell’avventura di Big Rom all’Inter, insieme all’eliminazione dalla Champions ai gironi per due anni di fila, quest’anno addirittura come quarti del girone.

Ciò nonostante, l’Inter ha ottenuto ciò che desiderava, tornare alla vittoria, spodestando il dominio della Juve. Due anni di fatti per Big Rom, poche chiacchiere e tanti gol, mettendo a tacere anche tante critiche. Poi il Covid e i problemi economici hanno fatto sì che la sua avventura nerazzurra sia ormai giunta al capolinea.

Lukaku se ne torna in Premier, al Chelsea campione d’Europa in carica, dove cerca riscatto e riscossa e conferme, dopo due anni straordinari in Italia. E l’Inter e la Serie A, perdono un immenso protagonista.

Foto: Twitter personale