Bisseck: “Quando ero al Guimarães pensavo di smettere e studiare medicina”
05.12.2024 | 10:22
Bisseck, difensore dell‘Inter, ha concesso un’intervista a Sport Bild in cui ha raccontato il suo percorso, dalle difficoltà iniziali per affermarsi nel calcio professionistico alle sfide che lo attendono, oltre ai suoi progetti futuri.
Nella tua carriera hai attraversato già molti alti e bassi, hai esordito all’età di 16 anni: “Non avrei mai potuto immaginare di debuttare in Bundesliga a 16 anni, ho avuto anche un po’ di fortuna, perché in quel periodo al club c’erano diversi giocatori infortunati”.
Ancora oggi i tifosi del Colonia non riescono a credere che il club abbia potuto lasciare andare un giocatore come te. Come hai percepito la situazione?: “Senza conoscere il contesto, direi anche io questo da tifoso oggi. Mi sono trovato in una situazione in cui sono arrivato in squadra quando le cose andavano male. Quindi c’è stato un cambio di allenatore, Stefan Ruthenbeck ha puntato inizialmente sui giocatori più esperti. Questo è normale in una lotta per non retrocedere. Successivamente qualcosa è andato storto. I dirigenti hanno deciso di seguire un’altra strada, e ho dovuto accettarlo”.
Com’è stato il momento in cui ha capito che a Colonia non c’era più spazio per una carriera da professionista?: “Sono stato io a rivolgermi al club. All’epoca c’era l’opzione Holstein Kiel. In quel momento avrei voluto che il Colonia lottasse di più per me. Ma non porto rancore verso nessuno e auguro solo il meglio. Va tutto bene così com’è”. Ha poi aggiunto in seguito: “Quando ero al Guimarães e mi infortunavo spesso, pensavo: forse dovrei smettere e, come previsto, studiare medicina. Pensavo di non essere fatto per il calcio professionistico e stavo per arrendermi. Almeno c’erano ancora persone che credevano in me e mi incoraggiavano. Uno di questi era Vito Leccese, l’allora scout del Chelsea di Colonia – voleva portarmi al Chelsea per la stagione 2017/18”.
Ci è mancato pochissimo che mollassi: “Pochissimo. In Portogallo si diceva inizialmente che si puntava su giovani giocatori che non trovavano spazio nella loro lega. Poi, a un certo punto, il corso è cambiato, era il mio terzo prestito e non era andato bene. Il mio piano era stare a Berlino con un compagno di squadra e studiare medicina. Poi, all’improvviso, mi scrisse il padre del mio compagno di squadra Noah Holm in Portogallo: David Nielsen. Era l’allenatore del Aarhus e voleva prendermi. Aveva sentito dal figlio che avevo del potenziale. Io ero lì e pensavo: “Cosa ci faccio in Danimarca?” All’inizio pensavo che da lì non sarei mai più uscito, ma poi cambiai subito atteggiamento: questa è la mia ultima chance, ci provo. A posteriori, è stata la migliore decisione della mia vita! Nel secondo anno arrivò anche Uwe Rösler (ex giocatore e allenatore tedesco), con cui andò molto bene”.
La prima convocazione in Nazionale nell’U21 è arrivata a giugno 2022 grazie a Antonio di Salvo: “Gli sono molto grato per avermi convocato, nonostante avessi giocato “solo” in Danimarca. Sono stato convocato per la prima volta come sostituto e avevo altri piani: vacanze, la mia ragazza. Ma quando la nazionale mi ha chiamato, è stato chiaro che sarei partito subito”.
Ci sono stati contatti con Nagelsmann?: “Quando ho sentito “Ciao, Julian Nagelsmann qui” al telefono, sono state emozioni incredibili. Un po’ come dire: “Incredibile! Il commissario tecnico conosce il mio nome!” È una cosa enorme, sono molto felice per questo. Adesso sono sulla strada giusta, ma sono lontano dal dire: “Avrei dovuto essere convocato.” Nella Nazionale ci sono difensori straordinari. Devo fare molto per meritarmi di farne parte. Ma ci credo fermamente”.
In cosa devi migliorare?: “Mi piacerebbe avere l’aggressività di Antonio Rüdiger. Quando giocano contro di lui, gli avversari pensano prima del fischio d’inizio: “Oh no, oggi proprio non ne ho voglia.” Voglio riuscire a entrare anche nella testa dei miei avversari. Difendere un giorno insieme ad Antonio Rüdiger nella Nazionale sarebbe il mio sogno assoluto”.
Foto: twitter inter