In qualsiasi ambito sono diverse le variabili dalle quali dipende il successo. Quando si fa riferimento alla professione del calciatore la malasorte consolida il proprio peso specifico, facendo sì che talvolta qualità tecniche, buona volontà e la predisposizione a non fare il passo più lungo della gamba da sole non bastino.
Potremmo fare numerosi esempi, restando all'attualità basta citare Davide Gavazzi, il classico profilo di calciatore trascinato da una grande forza caratteriale, dall'inarrestabile voglia di non arrendersi mai, dimostrarsi più forte di qualsiasi ostacolo. Due gravi infortuni ai legamenti delle ginocchia hanno frenato non poco l'ascesa nel calcio che conta, impedendo prima che la Sampdoria potesse davvero contare su di lui nella massima serie, poi rendendo più faticoso il rendimento ad Avellino.
Dopo una lunga gavetta in terza serie era riuscito a ritagliarsi spazio e considerazione in quel di Vicenza, diventando protagonista nel torneo cadetto, non a caso i blucerchiati puntarono sulle sue caratteristiche in vista di un eventuale salto di qualità purtroppo rinviato e poi mai concretizzato. Ha avuto la forza per ripartire da zero, rimboccarsi le maniche, ha creduto fortemente nelle proprie potenzialità, solo in questo modo sarebbe stato possibile ritornare più forte di prima, ne era consapevole e l'obiettivo è stato pienamente raggiunto. La buona esperienza a Terni prima di approdare in un Avellino, spesso ritenuto una mina vagante nei quartieri alti, gli ha consentito di ritrovare continuità di impiego e rendimento.
Non appena diventato un punto di riferimento tra gli irpini, ecco il secondo grave infortunio al ginocchio che l'ha costretto ad uno stop lunghissimo e ad un periodo di riabilitazione apparentemente senza fine. Non preoccupatevi, Davide non ha mai gettato la spugna, la voglia di spaccare il mondo e dimostrarsi più forte di qualsiasi avversità l'ha ulteriormente fortificato. Ad un mese dal ritorno in campo il centrocampista nativo di Sondrio ha realizzato contro il Novara una doppietta dall'enorme peso specifico. A livello individuale ha rappresentato un'autentica liberazione, la luce ritrovata in fondo al tunnel, per l'Avellino tre punti fondamentali per allontanarsi dalla zona calda e guardare con maggiore ottimismo al futuro.
Dinanzi alla perenne emergenza nel parco attaccanti alla quale ha dovuto fare i conti mister Novellino negli ultimi tempi, il rientro di Gavazzi fornisce ninfa vitale, offrendo maggiori alternative offensive, grazie agli inserimenti senza palla e alla capacità di farsi trovare al posto giusto nel momento giusto in un elevato numero di occasioni. Nel mercato invernale la dirigenza irpina è stata assai attiva, collocando altrove elementi poco soddisfatti o dal limitato minutaggio e puntando su elementi interessanti in prospettiva e potenzialmente in grado di alzare l'asticella.
Nella colonna acquisti andrebbe inserito anche il nome di Davide Gavazzi, un rinforzo già presente in casa ma costretto ai box da tanto, troppo tempo. Non è ancora semplice comprendere quali siano l'effettiva caratura e le reali ambizioni dell'Avellino, un dato di fatto è però incontrovertibile: con il ritrovato centrocampista classe '86 gli irpini possono contare su un elemento di grande solidità, rinomata duttilità tattica e, perchè no, un attaccante aggiunto, in grado di punire gli avversari non fornendo punti di riferimento, andando ad aggredire gli spazi con tempismo, coraggio e personalità. Bentornato Davide.
Diego Anelli Direttore www.sampdorianews.net