Boateng: “Il razzismo è una vergogna. Le porte chiuse sono una pena leggera. Ben venga la sconfitta a tavolino”
Kevin Prince Boateng, ex centrocampista, tra le altre del
Milan, ha parlato a La Stampa sugli episodi di razzismo a Udine, ricordando anche quanto accaduto a lui spesso in carriera. Queste le sue parole: "
È una vergogna, succede in continuazione. Non solo in Italia. Per questo sono felice di lavorare da qualche mese come consulente del presidente della Fifa, Gianni Infantino, per supportare i calciatori alle prese con problemi di salute mentale. Uno dei pericoli maggiori è proprio il razzismo. Insieme a me ci sono Vinicius, Rio Ferdinand, Rakitic. E voglio coinvolgere Thiago Silva". È d’accordo con la proposta di Infantino che chiede di applicare il 3-0 a tavolino? "Al 100%. Sapendo che farebbero perdere la squadra del cuore, i tifosi razzisti ci penserebbero 80 volte. Altrimenti retrocedono. Le porte chiuse per una partita sono una sanzione morbida: resti a casa a vedere la partita sul divano in tv e la settimana dopo torni allo stadio. E poi con microfoni e telecamere in cinque minuti puoi scoprire nome e cognome dei responsabili. Questa gente deve essere espulsa dal calcio per sempre". Foto: Instagram personale