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Bolchi: “Prima figurina Panini? Ai tempi non ne sapevo niente. La Reggina del 1999 mi è rimasta nel cuore”

18.04.2020 | 19:30

Oggi è  intervenuto con noi in diretta Instagram Bruno Bolchi, ex-centrocampista della Grande Inter ed ex-allenatore che ha ottenuto 4 promozioni in carriera. Curiosamente, nel 1961, è stato il soggetto della prima figurina dei calciatori stampata dalla Panini: “A 21 anni ero capitano dell’Inter e giocavo in Nazionale. Quando i signori Panini decisero di intraprendere l’avventura delle figurine decisero di scegliere me e stampare la mia figurina come prima. Io ovviamente non ne sapevo niente.”

Sul suo soprannome, Maciste: “Gianni Brera mi chiamò Maciste. Quando a 18 anni – mentre già giocavo in prima squadra – la squadra giovanile mi chiamò a rinforzarla per un torneo, decise di darmi questo soprannome perché fisicamente ero il doppio degli altri. Brera era un amico di famiglia e spesso veniva a cena da mio zio. Forse è stato il più grande giornalista sportivo ed avevamo un rapporto molto personale.”

Sul momento che sta vivendo il nostro calcio ha commentato: “E’ un momento drammatico e sinceramente nel calcio non vedo una soluzione immediata. Mi auguro che trovino una soluzione al più presto perché da un punto di vista sportivo i campionato vanno conclusi.” Ha aggiunto poi un commento sull’Inter di Antonio Conte: “All’Inter quest’anno c’è stata una svolta importante con una società solida, dirigenti competenti, allenatore valido e campagna acquisti molto robusta. Ovviamente il gap con la Juve non si poteva colmare in un solo anno. Servirà un’altra campagna acquisti importante.”

Si è poi tuffato nel passato, ricordando la promozione in Serie A con la Reggina nel 2000: “L’impresa della Reggina nel 1999 mi è rimasta nel cuore. E’ stata una cosa anomala. Avevamo un calendario con un finale terribile. Avevamo da affrontare il Pescara e il Torino fuori casa, poi il derby con Cosenza. Vincere a Pescara è stato decisivo: grazie a quella vittoria abbiamo preso vantaggio sulla diretta concorrente. Il Pescara aveva Allegri, che era un bravissimo centrocampista che io avevo avuto a Pisa. L’allenatore del Pescara decise di arretrare Allegri al centro della difesa quella gara, allora io misi Possanzini su di lui perché sapevo che Allegri aveva tutte le caratteristiche possibili tranne la velocità. Siamo stati fortunati a vincere a Torino. E’ stata un’avventura breve ma intensa. E’ stata la prima volta che mi sono spostato da solo per lavoro, lasciando la famiglia a casa.”

Bolchi, però, ha anche bei ricordi di Bari: “A Bari sono stato avvicinato da Vincenzo Matarrese, che era neopresidente del Bari. Mi disse di non capire niente di calcio e mi diede carta bianca per analizzare il gruppo e capire chi  cedere e chi tenere. Era una squadra basata su alcuni giocatori esperti  attorniati da tanti ragazzini del settore giovanile. Così, in 2 anni siamo passati dalla Serie C alla Serie A. Durante quell’esperienza, in Coppa Italia, dovemmo affrontare la Juventus di Platini. Vincemmo 2-1 a Torino, poi, al ritorno riuscimmo a pareggiare a Bari ed eliminarli. Quella è stata una grande impresa.”

Infine, un ricordo dell’esperienza di Cesena: “A Cesena sono stato 4 anni a più riprese. Ci vado spesso perché è vicina a casa mia. Lì partimmo male, poi inanellammo una lunga serie di risultati utili che ci portò agli spareggi. Da lì ne uscimmo alla pari con il Lecce, vincendo contro di loro e andando in Serie A.”