Da Bonimba-Anastasi a Cannavaro-Carini, passando per Schillaci e Ibra: Juve-Inter in chiave mercato

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Juve-Inter piatto forte della sedicesima giornata di Serie A, il derby d’Italia ha sempre conservato il suo fascino e quest’anno è tornato a profumare di scudetto, all’interno di una rivalità sempre caldissima, a maggior ragione post 2006. Ciò nonostante le due società, nel corso delle loro plurisecolari storie, tante volte si son sedute al tavolo delle trattative, tra scambi clamorosi e trasferimenti unilaterali. Per quanto riguarda la prima categoria, spiccano le operazioni Boninsegna-Anastasi (anno di grazia 1976, erano due bandiere), Tardelli-Serena (1985), mentre nel 1991 il Trap, dopo aver scritto la storia anche a Milano, fa ritorno a Torino con Dino Baggio a sbarcare sui Navigli praticamente a titolo di indennizzo. Ma lo scambio che resterà per sempre negli annali è quello del 2004, quando Luciano Moggi prima convince, nel corso di un tragitto in macchina, Fabio Cannavaro a sposare la causa bianconera per rilanciarsi dopo un biennio negativo in nerazzurro. E poi persuade l’Inter ad accettare lo scambio alla pari con Fabian Carini. Svolta assoluta per la carriera del centrale difensivo, che nel 2006 (dopo aver vinto i due scudetti poi revocati) conduce l’Italia sul tetto del mondo in quel di Berlino, con allegato Pallone d’Oro vinto in volata su Buffon. Il portiere uruguaiano, enfant prodige molto presunto, si conferma al contrario quanto mai modesto, anche nelle quattro occasioni complessive in cui viene chiamato a difendere i pali della Beneamata. Nel gennaio del 2014, invece, sfuma sul più bello il famigerato Vucinic-Guarin, con la rivolta social dei tifosi che convince Thohir a far saltare una trattativa di fatto già conclusa. Avuto riguardo ai passaggi unilaterali, al di là dell’infruttuosa parentesi meneghina di Marcello Lippi a cavallo tra le due epopee juventine, i due più importanti quelli originati da Calciopoli nell’estate del 2006: il 24enne Ibrahimovic e il 30enne Vieira dalla Juventus all’Inter, due innesti fondamentali per dare il là al ciclo vincente nerazzurro. Stesso tragitto compiuto nel 1992 da Gigi De Agostini e soprattutto dall’eroe delle notti magiche, Totò Schillaci, che trascorre un biennio sui Navigli prima di trasferirsi - da pioniere - in Giappone. Mentre nel 1989 Spillo Altobelli, bandiera del Biscione, aveva salutato la compagnia per indossare la casacca bianconera.  Nell’estate del 2015 Marotta e Paratici, sfumato inopinatamente Draxler (finito al Wolfsburg), l’ultimo giorno della sessione estiva - per mettere una pezza - acquistano Hernanes: tra le poche operazioni non convincenti piazzate dai due uomini mercato di Madama, poi “salvati” dalla minusvalenza un anno e mezzo dopo dai cinesi dell’Hebei Fortune. Direttamente dall’Inter alla Juve anche Cristiano Zanetti (2006) e Lucio (2012). Completiamo il quadro con la carrellata di doppi ex generici, calciatori che nel corso delle rispettive carriere hanno indossato entrambe le maglie: Pirlo, Bonucci, Candreva, Felipe Melo, Vieri, Roberto Baggio, Mutu, Osvaldo, Meazza, Cevenini, Sarti, Burgnich, Bobo Gori, Brady, Fanna, Causio, Tricella, Peruzzi, Davids, Paulo Sousa, Fabio Grosso, Fresi e Sartor. Quanto agli allenatori, oltre ai già citati Trapattoni e Lippi, da menzionare anche Carlo Carcano, Claudio Ranieri e Alberto Zaccheroni. Jody Colletti   Foto: wikipedia-pinterest-inter.it-the indipendent