Bonucci: “Mai chiamato il City. Mio figlio? L’amore è una forza infinita, ringrazio tutti”
Ospite de
La Domenica Sportiva, il difensore della Juventus e della Nazionale,
Leonardo Bonucci, ha rilasciato diverse dichiarazioni significative:
“Il Manchester City ha detto che io avevo chiamato per trasferirmi lì? Io non ho chiamato nessuno, non hanno chiamato me personalmente. La Juve gioca male? Io sinceramente le vincerei tutte 1-0 da qui alla fine, arriverà il bel gioco, miglioreremo il carattere, c'è tempo per crescere ma fin quando si vince vuol dire che la squadra c'è e il futuro è roseo. Il nostro obiettivo è vincere. Sicuramente l'assenza di Dybala è importante, è uno di quelli che può decidere le partite da solo, dà fluidità giocando tra le linee. Dove servirebbero rinforzi? Non sono cose di mia competenza, in futuro magari sì, spero di poter fare l'allenatore tra tanti anni. Sinceramente il reparto dove siamo un po’ corti è il centrocampo. Tanti giocatori non sono al massimo, Asamoah è stato fermo, Sturaro anche, Lemina non è al 100% e Marchisio è rientrato da un infortunio grave. E' l'unico reparto, ma per rinforzare la struttura del gruppo non dell'undici titolare. Forse per gli infortuni qualcosa stiamo pagando, il discorso del centrocampo è una questione di caratteristiche, questi infortuni ti portano a giocare sempre con gli stessi giocatori che a lungo andare hanno il serbatoio svuotato, dobbiamo migliorare tutti ma oggi siamo questi. La Juve è stata costruita per vincere in Italia e tentare di vincere in Europa, c'è da fare meglio sul piano fisico e tecnico. Il Chievo non si è scansato? Non c'è stato alcun discorso di Buffon. Con Gigi ci ritroviamo in ritiro e, anzi, diciamo sempre che contro di noi giocano sempre al mille per mille e contro gli altri un po' meno. Non ha mai detto quelle parole, oggi lo abbiamo visto contro il Chievo. Il colpo di testa a Rizzoli? Non c'è stato. Ho esagerato nelle proteste e sono stato ammonito. Ma doveva finire lì, invece un fermo immagine ha ingannato tanti ma non c'è mai stato un tocco di testa con Rizzoli e mai nella mia testa c'è stata la possibilità di farlo, i miei genitori mi hanno insegnato il rispetto. Mi giudicano antipatico? Certe cose ti cambiano, ti fanno crescere. Quando scendo in campo lotto per la maglia che porto, per la Juve, la squadra che ho sempre tifato. Mi va bene passare per antipatico, ma fuori chi mi conosce sa che persona sono. Per il problema di mio figlio ho ricevuto l'affetto di tutti? Sicuramente è stato un momento difficile, ringrazio i tanti tifosi, juventini e non, per avermi dimostrato affetto e vicinanza. Matteo si è dimostrato un combattente, noi gli siamo andati dietro, ora siamo più sereni perché lo vediamo giocare e sorridere. Ora la situazione è migliorata, sta alla grande e ringrazio le persone che ci sono state vicine. Matteo è riuscito ad unire i tifosi di tutta l'Italia senza pensare ai colori che il papà porta addosso ed è la vittoria più bella per me come giocatore, per lui e per noi come famiglia. Invito le famiglie che passano situazioni come queste a crederci sempre, perché l'unione fa la forza e l'amore è una forza infinita. La Nazionale è un orgoglio, un'emozione sempre nuova. Anche a mezzo servizio sono stato presente, non c'è cosa più bella di poter essere un punto di riferimento per i giovani. La Roma gioca meglio della Juve? Mi limito a fare i complimenti a Spalletti che sta dando grande carattere alla squadra. Ci vedremo tra un mesetto, sarà una bella partita sicuramente. Preparazione studiata per andare forte da gennaio? Al di là della preparazione, quello che è venuto meno è allenarci con costanza perché giochiamo tanto. A gennaio e febbraio gli impegni diminuiscono e avremo modo di lavorare, soprattutto nella pausa natalizia. Lì dovremo ricaricare le batterie per arrivare a marzo a giocarci tutto, sono sicuro che lavorando ci riusciremo. Chi devo ringraziare per essere diventato il più forte difensore italiano? Sono diventato un grande difensore centrale grazie a Perrone, ex Ascoli e Lazio".
Foto: Twitter Juventus Video: Twitter Jonas Giæver