Bonucci rossonero, il lungo addio alla Signora dopo un ciclo fantastico
Dopo sette anni con 319 presenze e 22 gol, sei scudetti, tre Coppe Italia, altrettante Supercoppe italiane e due finali di Champions League perse,
Leonardo Bonucci lascia la
Juve per il
Milan, un trasferimento clamoroso che conferma la serietà del progetto del nuovo corso rossonero. Un lungo addio, quello del trentenne difensore laziale alla
Signora. Dalla lite con
Allegri in campo a febbraio contro il
Palermo, con allegata successiva esclusione con il
Porto in Champions, alla concitatissima serata di
Cardiff. Troppi spifferi, evidentemente la situazione interna non era diventata più sostenibile se la
Juve ha dato quasi l'impressione di cogliere la palla al balzo. Arrivato a Torino nell’estate del 2010 per circa 15,5 milioni di euro, dopo che il
Bari aveva risolto a suo favore la comproprietà con il
Genoa, la prima stagione di
Leo all’ombra della Mole - con
Delneri al timone - era stata da dimenticare. Nell’anno del settimo posto, il secondo consecutivo per una
Juve che faticava a riprendersi dal post 2006,
Bonnie aveva collezionato svarioni su svarioni, al punto da essere considerato il paradigma del calciatore sopravvalutato. Poi, con l’avvento di
Conte sulla panchina bianconera e conseguente il passaggio a tre dietro, la metamorfosi totale, da regista basso un po’ sgravato da compiti di marcatura, con
Barzagli e
Chiellini a coprirgli le spalle. Una crescita esponenziale che ha portato lo specialista della Nazionale a consacrarsi come minimo fra i primi tre-quattro difensori più forti del mondo, se non il migliore. Don Antonio lo ha trasformato in campione, grazie a
Max Allegri si è consolidato ulteriormente (2015-16 la sua migliore stagione) anche giocando a quattro. Un’operazione che ha spiazzato i tifosi bianconeri, che mai avrebbero immaginato di perdere il loro leader carismatico nel quale si erano ormai identificati. A beneficio di quella che va di nuovo considerata una diretta concorrente, poi.
Bonucci è pronto a mettere la sua personalità, dentro il rettangolo di gioco e fuori, al servizio di
Montella, chiamato adesso ad amalgamare una squadra nuova per 8-9 undicesimi. Un problema dolcissimo dopo le vacche magre degli ultimi anni della gestione
Berlusconi-Galliani. E ancora il
Milan deve aggiungere la ciliegina-attaccante top a una torta già squisita. Foto: Twitter Juventus