Brocchi, dalla benedizione di Silvio al naufragio Brescia
Cristian Brocchi era stato considerato da
Berlusconi l’allenatore del presente e del futuro del
Milan. Il 12 aprile di un anno fa, dopo l’esonero di
Sinisa Mihajlovic, lo aveva promosso dalla Primavera dandogli le chiavi tra le polemiche di chi ricordava come già i precedenti
Seedorf e - soprattutto -
Inzaghi avrebbero dovuto fungere da monito. Ebbene,
Brocchi non riuscì ad entrare in Europa, perse la finale di Coppa Italia contro la
Juve e la scorsa estate arrivò il divorzio, con il
Milan ad affidarsi a
Montella e
Cristian a sposare la causa del
Brescia. Rispetto a
SuperPippo, che ha scelto una Lega Pro ambiziosa a
Venezia per ripartire (scelta rivelatasi azzeccata al momento, con i lagunari lanciatissimi verso la B),
Brocchi ha accettato la sfida in cadetteria. Ma purtroppo i riscontri non sono stati positivi. È vero che il
Brescia ha scelto la linea giovane, che per esigenze di bilancio ha perso
Morosini a gennaio e poi
Bisoli per infortunio, ma il rendimento dell’ex rossonero era diventato indifendibile. Con ben 7 sconfitte nelle ultime 9 gare e soli 4 punti all’attivo nel periodo, le rondinelle con
Brocchi sono precipitate sempre più in basso in classifica. Naufragio e svolta inevitabile: numeri e fatti testimoniano che la benedizione di
Silvio era stata prematura. Foto: sito ufficiale Brescia