Bruno Fernandes: “Vi racconto la mia esperienza in Italia. Old Trafford? Da brividi. E su CR7…”

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Bruno Fernandes si racconta. Il centrocampista del Manchester United, eletto 'Giocatore del Mese in Premier League', ha rilasciato le seguenti dichiarazioni durante una diretta su Instagram su Cronache di Spogliatoio: "Ho vissuto 5 anni in Italia: Novara, tre anni a Udine e poi alla Sampdoria. Sono arrivato giovanissimo, ho conosciuto tanta gente con cui sono ancora in contatto. Quando ero a Novara c'era un ragazzino di 12 anni che ho mantenuto come un fratello minore, anche in Portogallo è rimasto due settimane con me a casa. Sono cose belle che ti porti dietro. Udinese? Il primo anno c'era una squadra forte, per vari motivi non siamo riusciti a lasciare il segno. L'estate successiva Guidolin lasciò al termine di un lungo ciclo e non andò altrettanto bene. La squadra era abituata alle idee del mister e si era creato un rapporto importante. Anche con me riuscì a tirar fuori il meglio, mi fece capire che dovevo allenarmi meglio e di più. Samp? Ho avuto forse un po' di sfortuna arrivando tardi a causa delle Olimpiadi. Mancavano tre giorni all'esordio contro l'Empoli. Inoltre Giampaolo ha un modo di giocare particolare, i giocatori devono essere sintonizzati al 100% con il suo metodo. In Italia il trequartista viene un po' a mancare: all'estero gioca sempre 90 minuti perché si esprime negli spazi, è difficile che riesca a giocare tutta una gara perfettamente perché deve prendersi dei rischi. Le punizioni? Ci ho lavorato molto con Di Natale. Mi allenavo perché tanto tirava tutto lui (ride, ndr). Lui si allenava con due paletti per terra: uno davanti alla palla e uno per i passi. Il piede doveva essere incollato in modo da fare sempre gli stessi passi. Piede d'appoggio vicino al paletto ma senza toccarlo. Dopo un po' ti abitui, togli il paletto e migliori. Lo United? Quando sono arrivato a fare i test medici ho capito di essere in un'altra dimensione. Dentro il centro sportivo puoi fare qualsiasi visita, è impressionante. Dici: 'Questo è davvero uno dei club più importanti al mondo'. E poi c'è l'ingresso a Old Trafford: fai il riscaldamento con nessuno sugli spalti, entri nel tunnel prima della gara e appena metti il piede sull'erba senti un rumore incredibile. Mi sono venuti i brividi, sognavo da bambino di giocare lì. Se tu parli di stadi, ti dico: San Siro e Old Trafford sono i più iconici. CR7? Fin da subito mi ha ricevuto benissimo in Nazionale. Noi più giovani lo guardiamo come un idolo, per me lo è sempre stato. È stato importantissimo nel primo giorno in ritiro. Venne lui da me, dicendomi: 'Stai facendo bene allo Sporting. Giocati le tue carte qui. Continua così'. Per me era un sogno: era venuto lui da me, non viceversa. Quelle parole fanno la differenza, anche solo il fatto che sia venuto lui. Quando guardiamo i giocatori più forti gli portiamo rispetto, ma quel gesto mi ha lasciato un segno", ha chiuso Bruno Fernandes. Foto: Twitter ufficiale Manchester United