BRUNO HENRIQUE A COLORI, GEOMETRIE IN ROSANERO PER IL SOGNO VERDEORO

Ha l’età giusta per imporsi anche qui, malgrado il salto dal Brasile alla Serie A sia sempre impegnativo, tatticamente parlando. Quel che è certo è che dalle sue geometrie passeranno gran parte delle velleità del Palermo, relativamente al traguardo salvezza. Bruno Henrique è il più pagato della squadra, stando al freschissimo report de La Gazzetta dello Sport, con i suoi 700mila euro: non poteva essere altrimenti dal momento che il brasiliano ha rappresentato per distacco il fiore all’occhiello della campagna acquisti low profile varata da Zamparini, che per il suo cartellino ha investito poco più di 3 milioni, praticamente quanto ha speso in totale per i rimanenti sette volti nuovi. Più che low profile potremmo dire la ormai consueta sessione alla Borlotti, il mitico presidente della Longobarda che vendeva i suoi gioielli - per la disperazione di Oronzo Canà - e poi chiudeva la cassa. L’anno scorso toccò a Dybala e Belotti, quest’anno a Vazquez con Lazaar a ruota. La speranza per i supporters di fede rosanero è che dall’organico multietnico, passato alle dipendenze di Roberto De Zerbi, fuoriesca un Aristoteles in grado di togliere costantemente le castagne dal fuoco. Davide Ballardini evidentemente non la pensava così, al punto da chiamarsi fuori. Piccola annotazione: Borlotti in Serie A però non voleva restarci (Zamparini sì) e figuriamoci cosa avrebbe combinato a fine campionato se solo, nei fantastici Anni 80, fosse esistito il cd. “paracadute” per le retrocesse. Per chiudere il parallelismo con il celeberrimo film di Sergio Martino, va precisato che Bruno Henrique non è una punta come il già citato Aristoteles, ma con lui condivide la nazionalità e il dna calcistico carioca.



Il nostro personaggio del giorno è sbarcato in Italia all’apice della carriera, ma sulla carta avrebbe potuto arrivare anche da ragazzino, se avesse seguito le orme del fratello maggiore Douglas Corsini, giocatore di calcio a 5 che dal 2002 è protagonista nel Bel Paese, con 21 presenze all’attivo nella Nazionale italiana dopo la naturalizzazione. All’apice perché viene dal trionfo nell’edizione 2015 del Brasileirão con l’ormai suo ex Corinthians, successo giunto grazie all’abile regia di Tite, il 55enne allenatore che da un paio di mesi ha raccolto l’eredità di Carlos Dunga sulla panchina della Seleção. E magari questa esperienza in Italia servirà a Bruno per far valere, ancor di più, la possibile corsia  preferenziale con un ct che lo conosce bene. Un nuovo sogno da cullare. Ben 124 le gare ufficiali disputate nelle varie competizioni con la camiseta del Timão indosso, Libertadores e campionato paulista compresi, 7 i gol all’attivo, 4 dei quali realizzati nelle prime 20 partite del Brasileirão in corso (San Paolo, Ponte Preta e due volte il Botafogo a cadere sotto i suoi colpi), anche se va detto che il nuovo tecnico del Corinthians, Cristóvão Borges, solitamente gli accordava ampia licenza di inserirsi in avanti. Già, perché le prerogative del 26enne centrocampista rosanero sono quelle del regista, in grado di cucire il gioco posizionandosi davanti la difesa. Nato ad Apucarana, il 21 ottobre del 1989, Bruno è supportato da un fisico compatto (180 cm per 75 kg) che dovrebbe consentirgli, senza grandi affanni, anche in A di dettare i tempi nella zona nevralgica del campo, grazie alla ottima visione di gioco che lo caratterizza. Tra le file dell’Iraty, modesto club dello Stato del Paranà, il giovane Henrique ha accumulato le prime presenze significative sul manto erboso (29 fino al 2012, oltre ad una parentesi in prestito all’Atletico Mineiro). Quindi il passaggio al Londrina e da lì in prestito al Portuguesa, la squadra con cui ha esordito nella massima serie il 21 luglio del 2013, da titolare nella sconfitta con il Goias, prima delle 29 apparizioni di quella stagione, tutte dal 1’. Il Corinthians ne restò stregato e così, l’1 febbraio del 2014, gli regalò il sogno di difendere i colori della sua squadra del cuore. Il resto ve lo abbiamo già raccontato, va soltanto sviscerata un’ultima curiosità: nel comunicato ufficiale, diffuso lo scorso 29 agosto, il Palermo scrisse di averlo prelevato a titolo definitivo dal Coimbra (Stato di Minas Geiras), ma agli atti non risultano partite ufficiali disputate da Bruno con tale maglia. Anche il suo cartellino, evidentemente, apparteneva ad una pluralità di comproprietari, prassi tuttora in auge in Brasile con l’implicito - e discutibile - beneplacito della Fifa. E adesso, forse già domani sera contro il NapoliBruno Henrique, l’uomo che da ragazzino sognava di emulare Pirlo e Zidane, avrà la possibilità di iniziare a misurarsi nel campionato che rese grandi i suoi idoli. Una chance da non fallire, con un pensierino d’obbligo alla rappresentativa verdeoro...

Foto: Facebook Bruno Henrique